Determinazione
Dei Principali Fattori Di Pressione Su Trezzo Sull’Adda
Il
Piano Regionale per la Qualità dell’Aria (PRQA) è volto principalmente a
supportare le politiche di interventi strutturali, ma fornisce al contempo
elementi e indicazioni sulle aree che necessitano di azioni di emergenza, sulla
ottimale dislocazione dei sistemi di monitoraggio e sui modelli previsionali
capaci di valutare l’evoluzione di episodi di inquinamento acuto. Le attività
previste dal PRQA sono articolate in 14 macroattività, riferibili a tre
distinte fasi: una fase conoscitiva, una fase propositiva ed un sistema
informativo di supporto che si relaziona a tutte le attività previste.
Nel
conteso del lavoro realizzato dall’Università di Parma è stata analizzata la macroattività
“Individuazione delle aree critiche” in cui si è utilizzata una metodologia
finalizzata a definire la criticità delle singole aree comunali attraverso
l’elaborazione di opportuni indici sintetici basati sul superamento di soglie e
la presenza di fattori di criticità. L’obiettivo è quello di mettere in luce
l’interazione tra i fenomeni di produzione del degrado ambientale e
l’individuazione delle componenti di tutela.
I
parametri selezionati per la valutazione del livello di criticità ambientale
delle aree comunali della regione Lombardia sono stati raggruppati in tre
classi vulnerabilità, pressione, qualità
dell'aria.
Gli
indicatori utilizzati per la vulnerabilità sono:
·
Popolazione e densità: Il comune di Trezzo è più popoloso dei comuni
limitrofi ma in virtù della sua estensione ricade nella medesima classe di
densità di molti di essi.
·
Patrimonio culturale: Si osserva che il comune di Trezzo offre un patrimonio
culturale superiore rispetto ai comuni limitrofi.
·
Aree protette: All’interno del
comune di Trezzo ricade parte del territorio del Parco dell’Adda Nord
·
Carichi
di acidità totale: il “carico critico” indica la capacità di ricezione
di inquinanti da parte del terreno e tiene conto della perdita di specie
chimiche in grado di opporsi all’acidità. Poiché tale perdita dipende anche
dalle caratteristiche chimiche e pedologiche del suolo, e poiché il comune di
Trezzo non presenta superfici boscate è stato assegnato un punteggio pari a
zero.
Le
mappe di criticità relative alle emissioni in atmosfera sono state ottenute
sulla base di quanto fornito dal Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria
della Regione Lombardia, relativo al 1997. L’inventario delle emissioni, in conformità con quanto previsto
dal progetto europeo CORINAIR, accorpa le emissioni atmosferiche negli 11
macrosettori (Centrali elettriche pubbliche cogenerazione e teleriscaldamento,
Impianti di combustione non-industriale, Combustione nell’industria, Processi
produttivi, Estrazione e distribuzione di combustibili fossili, Uso di
solventi, Trasporto su strada, Altre sorgenti mobili e macchinari, Trattamento
e smaltimento rifiuti, Agricoltura, Natura) e considera 8 inquinanti (CH4,
CO, CO2, NH3, NMCOV, N2O, NOx, SO2).
Le
sorgenti inquinanti sono inoltre suddivise in diffuse (riscaldamento domestico,
processi industriali, ecc.) e puntuali (centrali elettriche, impianti
industriali, ecc.). Degli inquinanti appartenenti allo standard CORINAIR sono
stati utilizzati i seguenti: CO, NMVOC, NOx e SO2;
l’inventario 1997 contempla anche dati relativi alle emissioni di polveri.
Le
informazioni contenute nel database d’inventario delle emissioni sono state
utilizzate in vario modo al fine di ottenere mappe tematiche di pressione
ambientale sul territorio da integrare nel sistema piú ampio di individuazione
delle aree regionali critiche. I tematismi ottenuti sono:
·
emissioni comunali
diffuse per classi di contributo: Trezzo appartiene alla classe più bassa di
emissioni (0-4000t/a) cui è associato un punteggio pari a 1;
·
distanza da una delle
sorgenti puntuali principali: di 5 classi, Trezzo appartiene alla terza con
punteggio pari a 2;
·
emissioni da sorgenti
puntuali: al momento dell’inventario del ’97 non erano presenti emissioni
puntuali nel comune di Trezzo;
·
distribuzione delle
emissioni totali rispetto alla rappresentazione dei bacini aerologici: tiene
conto sia della caratterizzazione puntuale che di quella distribuita che
sommate e normalizzate a 100, assegnando tale valore al comune con punteggio
massimo, producono una distribuzione emissiva “globale” (Trezzo appartiene alla
quarta delle sei classi).
L’applicazione
della metodologia generale di valutazione del livello di criticità ambientale
necessita l’attribuzione di un parametro di riferimento per ogni singolo
comune. A tal fine è stato necessario predisporre e applicare un criterio di
estrapolazione a tutto il territorio in esame degli indici di qualità dell’aria
rilevati dalle singole stazioni di monitoraggio.
L’estrapolazione dei dati di qualità dell’aria
all’intero territorio è stata ottenuta mediante la correlazione tra gli indici
effettivamente rilevati dalla rete e le emissioni di inquinanti relative ai
singoli comuni della regione. Ottenuti i risultati, i comuni sono stati
suddivisi in sei diverse classi a seconda degli l’intervalli di appartenenza
secondo i quali è stato deciso di suddividere il valor medio di ogni
concentrazione di inquinante.
Trezzo sull’Adda, per il valore medio del biossido di
azoto (NO2) appartiene alla sesta classe che va da 52 a 94mg/m3,
quello di CO appartiene alla quinta che va da 1.2 a 2.2mg/m3, quello
di SO2 alla quarta classe che va da 3 a 4mg/m3,
quello delle polveri alla sesta classe che va da 45 a 88mg/m3,
quella di AOT40 (dose di ozono che eccede 40ppm) alla quarta classe che va da 25 a 35ppm/h.
La
concentrazione media di un determinato inquinante è un parametro di qualità dell’aria
che può essere utilizzato come indicatore dei livelli di esposizione della
popolazione. In particolare è possibile assumere come uno dei possibili
indicatori dell’esposizione il prodotto tra la concentrazione media di un
determinato inquinante e il numero di ore del periodo temporale di riferimento
del dato medio, ad esempio l’anno.
Il dato finale di maggiore interesse è l’esposizione
integrale, ottenuta moltiplicando per ogni inquinante considerato la
concentrazione media di ogni singolo comune per il numero di abitanti: Il
confronto sintetico è possibile in quanto il risultato, per ogni inquinante, è
stato normalizzato rispetto al valore massimo regionale. I risultati sono poi
raggruppati in sei classi: Trezzo appartiene alla terza classe per NO2
CO e polveri, alla prima per SO2, alla quarta per l’ozono.
L’analisi
complessiva dei 23 indicatori di criticità ambientale consente di individuare
per l’insieme dei comuni della regione Lombardia una griglia di valutazione
delle caratteristiche spaziali e tipologiche dei livelli di
pressione/vulnerabilità del territorio relativamente al fenomeno
dell’inquinamento atmosferico. Tale griglia rappresenta un elemento di
valutazione nel complesso quadro di definizione di strategie di risanamento
orientate al miglioramento complessivo dello stato di Qualità dell’aria. Gli
indicatori utilizzati per l’analisi dei diversi inquinanti sono riportati nella
tabella seguente.
Tabella 1 Indicatori utilizzati per l’analisi di criticità ambientale riferita ai
diversi inquinanti.
Indicatore |
NO2 |
SO2 |
CO |
Polveri |
NMCOV |
O3 |
Abitanti |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
Densità |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
Patrimonio
culturale |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
Aree
protette |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
Carico
critico di acidità totale |
X |
X |
- |
- |
- |
- |
Qualità |
98°
perc. Superamento
del livello di attenzione (200mg/m3 su 1 h) |
Media
invernale |
Superamento
del livello di attenzione (15 mg/m3 su 1h) Superamento del valore limite 8h (10 mg/m3) |
Superamento
livello di attenzione Superamento del valore guida (100 mg/m3
su 24 ore) |
- |
AOT40 Superamento della concentrazione media oraria di 200mg/m3 Superamento della concentrazione media giornaliera di
65 mg/m3 |
Emissioni
diffuse |
- |
- |
- |
- |
X |
- |
Emissioni
puntuali |
X |
X |
X |
X |
X |
- |
Raggio
di influenza |
X |
X |
X |
- |
X |
- |
Classe
di emissione |
X |
X |
X |
- |
X |
- |
Sulla
base della metodologia introdotta, è stato possibile stimare la distribuzione
dei livelli di criticità ambientale per i singoli inquinanti presi in
considerazione e del livello complessivo, considerando la sovrapposizione delle
criticità relative ai singoli indicatori che concorrono alla definizione dello
specifico tema.
I passi successivi all’individuazione dei parametri per
l’individuazione delle aree a maggior criticità sono stati:
·
definizione di una
scala, per le variabili di riferimento per il calcolo del livello di criticità
ambientale, al fine di ottenere una graduatoria di criticità per ogni singolo
indicatore individuato;
·
stima del livello di
criticità ambientale relativo ai sei inquinanti con i quali è stata descritta
la condizione di qualità dell’aria e del livello complessivo. Il livello di
criticità dei sette tematismi è definito come somma dei punteggi ottenuti per
tutti gli indicatori di criticità che concorrono alla definizione del singolo
tematismo;
·
introduzione di una scala univoca in termini di
punteggi per introdurre il confronto incrociato tra il contributo alla
criticità ambientale associata ai diversi inquinanti esaminati e al contributo
complessivo;
·
individuazione di una scala di riferimento per
rappresentare le diverse condizioni di degrado ambientale.
Il
territorio regionale è stato suddiviso in 4 classi, i comuni che appartengono
alla prima classe (indice da 0 a 20) sono stati considerati in “buono stato
ambientale” e, a seguire, in condizioni di “preservazione dello stato
ambientale” quelli della seconda e “risanamento dello stato ambientale” quelli
della terza e della quarta. Nella tabella seguente sono rappresentati i
risultati relativi a Trezzo ed ai comuni limitrofi. Come è possibile osservare
dalla tabella, per quanto riguarda il livello di criticità complessivo e gli
indici di criticità associati a NO2, Polveri e SO2 Trezzo
sull’Adda appartiene alla seconda delle quattro classi (condizione di preservazione
ambientale), per quanto riguarda il CO alla terza e solo per l’ozono alla
quarta (condizione di risanamento ambientale).
In estrema
sintesi, dalle analisi svolte e presentate nel Piano Regionale della Qualità
dell’Aria emerge che Trezzo sull’Adda, pur non essendo tra i comuni più in
“salute” della regione (condizione di preservazione ambientale), non è tra
quelli considerati nelle peggiori condizioni (condizione di risanamento).
Tabella
2 Comuni intorno
limitrofi a Trezzo e livelli di criticità
Provincia |
Livello complessivo |
NO2 |
CO |
POLVERI |
SO2 |
NMCOV |
O3 |
||
Trezzo sull'Adda |
Milano |
28 |
26 |
34 |
28 |
27 |
35 |
50 |
|
Basiano |
Milano |
24 |
16 |
25 |
18 |
17 |
21 |
38 |
|
Bottanuco |
Bergamo |
26 |
21 |
16 |
22 |
23 |
25 |
47 |
|
Brembate |
Bergamo |
29 |
35 |
23 |
25 |
29 |
31 |
54 |
|
Busnago |
Milano |
25 |
18 |
27 |
18 |
21 |
24 |
41 |
|
Canonica d'Adda |
Bergamo |
24 |
28 |
22 |
24 |
27 |
30 |
47 |
|
Capriate San Gervasio |
Bergamo |
29 |
36 |
24 |
26 |
30 |
32 |
55 |
|
Cassano d'Adda |
Milano |
34 |
29 |
38 |
32 |
33 |
33 |
44 |
|
Cornate d'Adda |
Milano |
26 |
19 |
28 |
22 |
23 |
27 |
45 |
|
Fara Gera d'Adda |
Bergamo |
23 |
24 |
19 |
20 |
24 |
26 |
44 |
|
Filago |
Bergamo |
27 |
18 |
13 |
16 |
17 |
24 |
41 |
|
Grezzago |
Milano |
23 |
14 |
23 |
16 |
14 |
19 |
36 |
|
Inzago |
Milano |
25 |
21 |
30 |
24 |
23 |
30 |
40 |
|
Masate |
Milano |
20 |
14 |
23 |
14 |
14 |
19 |
31 |
|
Pontirolo Nuovo |
Bergamo |
23 |
14 |
13 |
18 |
17 |
17 |
33 |
|
Obiettivo
della fase propositiva del PRQA è l’individuazione di interventi miranti alla
riduzione delle emissioni atmosferiche nel medio-lungo periodo. L’attenzione è
focalizzata su alcuni dei comparti emissivi più significativi in regione
Lombardia: il traffico autoveicolare, gli impianti di combustione non
industriale, la produzione di energia e l’incenerimento di rifiuti solidi
urbani. Il risultato consiste nell’elaborazione degli scenari emissivi agli
orizzonti 2005 e 2010, separatamente per ogni comparto. La sovrapposizione dei
vari contributi ha permesso poi la determinazione degli scenari emissivi
globali. Si sono studiate le variazioni delle attuali emissioni atmosferiche
indotte da interventi nel campo dei trasporti, degli impianti di riscaldamento
civile, della produzione energetica e del termotrattamento dei rifiuti solidi
urbani, interventi individuati da appositi gruppi specialistici.
Gli
scenari emissivi relativi ai singoli settori di attività sono stati variamente
combinati. Lo scopo è stimare il carico emissivo globale derivante
dall’adozione di diverse strategie di
intervento
nei singoli comparti, strategie che possono sommarsi o controbilanciarsi negli
effetti.
Sono
stati elaborati otto scenari compositi per il 2005 (C1, C2, …, C8) e
considerate le quattordici evoluzioni al 2010, ottenute dalla possibile
applicazione agli scenari C3, …C8 di due strategie relativamente all’energia
(C3a e C3b, …., C8a e C8b).
cod |
composizione
* |
descrizione
scenario composito |
C1 |
E2
+ R + I2 + T1 |
evoluzione
più probabile |
C2 |
E1
+ R + I3 + T3 |
adozione
miglior tecnologia disponibile (MTD) in tutti i settori |
C3a |
E2
+ R + I2 + T5 |
evoluzione
più probabile + interventi relativi a soste e parcheggi |
C3b |
E1
+ R + I2 + T5 |
max
potenziamento energetico + interventi relativi a soste e parcheggi |
C4a |
E2
+ R + I2 + T6 |
evoluzione
più probabile + interventi su velocità del traffico |
C4b |
E1
+ R + I2 + T6 |
max
potenziamento energetico + interventi su velocità del traffico |
C5a |
E2
+ R + I4 + T6 |
innovazione
tecnologica ragionevole sui rifiuti + interventi su velocità del traffico |
C5b |
E1
+ R + I4 + T6 |
massimo
potenziamento energetico + innovazione tecnologica ragionevole sui rifiuti +
interventi su velocità del traffico |
C6a |
E2
+ R + I4 + T2 |
innovazione
tecnologica ragionevole sui rifiuti + interventi sul traffico merci |
C6b |
E1
+ R + I4 + T2 |
max
potenziamento energetico + innovazione tecnologica ragionevole sui rifiuti +
interventi sul traffico merci |
C7a |
E2
+ R + I2 + T7 |
evoluzione
più probabile + max MTD e politiche di gestione del traffico |
C7b |
E1
+ R + I2 + T7 |
max
potenziamento energetico + max MTD e politiche di gestione del traffico |
C8a |
E2
+ R + I4 + T7 |
MTD
rifiuti e traffico + politiche di gestione del traffico (mobilità e merci) |
C8b |
E1
+ R + I4 + T7 |
max
potenziamento energetico + MTD rifiuti e traffico + politiche di gestione del
traffico (mobilità urbana e merci) |
*
gli scenari dei gruppi propositivi sono stati indicati con la codifica:
E=Energia, R=Riscaldamento, I=Inceneritori, T=traffico |
Un
quadro delle variazioni delle emissioni regionali risultanti al 2010 secondo i
quattordici scenari è sintetizzato nella tabella seguente. Le variazioni sono
espresse in funzione del carico emissivo globale derivante da tutte le fonti contemplate
nell’Inventario, sotto l’ipotesi di stazionarietà - nel corso del primo
decennio del 2000 - delle emissioni provenienti dai settori non oggetto di
proposte di intervento in questo studio (scenari C1’, …,C8a’). Lo scenario di
evoluzione più probabile è lo scenario C1’, che prevede una riduzione
significativa di tutti gli inquinanti “tradizionali”.
Negli scenari esaminati sono previste, nella peggiore delle ipotesi,
riduzioni rispetto ai dati dell’inventario regionale del 1997 del 21% per gli
NOx, del 32% per gli SOx, del 30% per il CO, dell’11% per le PTS, del 13% per i NMCOV, pur prevedendo un
aumento del 22% per la CO2, uno dei principali responsabili
dell’effetto serra. Secondo tali previsioni dovrebbe, dunque, verificarsi una
netta riduzione delle emissioni di NOx, SOx, PTS, CO, NMCOV per effetto degli interventi
ormai avviati o programmati nei settori del trasporto stradale, combustioni residenziali,
commerciali e istituzionali, produzione di elettricità e trattamento di
rifiuti.
Tabella
3 Variazioni di
emissione di ogni inquinante rispetto al carico emissivo globale del 1997 per i
diversi scenari considerati
t/anno |
NOx |
SOx |
CO |
PTS § |
NMCOV |
CO2 |
N2O |
NH3 |
C1’ |
-21% |
-32% |
-30% |
-11% |
-13% |
18% |
7% |
1% |
C2’ |
-34% |
-32% |
-31% |
-11% |
-14% |
12% |
8% |
2% |
C3a’ |
-22% |
-32% |
-32% |
-11% |
-14% |
16% |
7% |
1% |
C3b’ |
-22% |
-32% |
-32% |
-11% |
-14% |
14% |
7% |
1% |
C4a’ |
-22% |
-32% |
-31% |
-11% |
-13% |
17% |
7% |
2% |
C4b’ |
-23% |
-32% |
-31% |
-11% |
-13% |
15% |
7% |
2% |
C5a’ |
-22% |
-32% |
-31% |
-11% |
-13% |
17% |
7% |
2% |
C5b’ |
-23% |
-32% |
-31% |
-11% |
-13% |
15% |
7% |
2% |
C6a’ |
-25% |
-32% |
-31% |
-11% |
-13% |
16% |
7% |
1% |
C6b’ |
-26% |
-32% |
-31% |
-11% |
-13% |
14% |
7% |
1% |
C7a’ |
-35% |
-32% |
-34% |
-11% |
-15% |
11% |
7% |
1% |
C7b’ |
-35% |
-32% |
-34% |
-11% |
-15% |
9% |
7% |
1% |
C8a’ |
-35% |
-32% |
-34% |
-11% |
-15% |
11% |
7% |
1% |
C8b’ |
-36% |
-32% |
-34% |
-11% |
-15% |
9% |
7% |
1% |
1997
# |
245
489 |
90
029 |
595
090 |
48
609 |
366
692 |
59
218 000 |
12
279 |
104
445 |
# somma delle emissioni provenienti da tutte
le sorgenti dell’Inventario Regionale § non sono incluse le emissioni da traffico |
Il
DSA dell’Università di Parma ha effettuato anche un’analisi preliminare delle
emissioni a Trezzo e nei comuni limitrofi, da cui emerge che le principali fonti
di emissioni sono quelle dovute al trasporto su strada, in particolare per CO,
NOX e NMCOV. I mezzi che incidono di più sono quelli che percorrono le
autostrade e le strade extraurbane. La tabella seguente propone le emissioni
totali ed i comuni indagati. L’unità di misura per tutti gli inquinanti sono le
tonnellate per anno, ad eccezione della CO2 per la quale sono le
migliaia di tonnellate per anno.
Tabella
4 Emissioni nei
comuni limitrofi a Trezzo
|
SO2 |
NOx (come
NO2) |
NMVOC |
CH4 |
CO |
CO2 |
N2O |
NH3 |
Basiano |
30 |
1558 |
1111 |
31 |
1123 |
95 |
2 |
4 |
Bottanuco |
9 |
59 |
182 |
114 |
162 |
16 |
3 |
36 |
Brembate |
8 |
86 |
162 |
78 |
246 |
20 |
3 |
21 |
Busnago |
9 |
247 |
330 |
34 |
524 |
29 |
2 |
4 |
Canonica
d'Adda |
7 |
51 |
195 |
54 |
128 |
12 |
2 |
13 |
Capriate
San Gervasio |
14 |
243 |
275 |
45 |
558 |
47 |
4 |
7 |
Cassano
d'Adda |
1566 |
1609 |
693 |
340 |
1388 |
1058 |
99 |
74 |
Cornate
d'Adda |
18 |
119 |
592 |
210 |
391 |
47 |
6 |
35 |
Fara
Gera d'Adda |
7 |
49 |
175 |
205 |
149 |
16 |
6 |
110 |
Filago |
16 |
140 |
463 |
21 |
118 |
56 |
5 |
4 |
Grezzago |
18 |
1044 |
713 |
10 |
682 |
57 |
1 |
2 |
Inzago |
14 |
296 |
454 |
328 |
596 |
44 |
14 |
265 |
Masate |
4 |
104 |
139 |
72 |
175 |
13 |
1 |
24 |
Pontirolo
Nuovo |
25 |
136 |
199 |
4667 |
327 |
101 |
4 |
80 |
Pozzo
d'Adda |
6 |
54 |
307 |
41 |
177 |
16 |
2 |
7 |
Roncello |
4 |
19 |
104 |
16 |
41 |
8 |
1 |
1 |
Trezzano
Rosa |
7 |
170 |
225 |
23 |
236 |
19 |
1 |
1 |
Trezzo
sull'Adda |
69 |
1363 |
1202 |
184 |
1413 |
123 |
6 |
51 |
Vaprio
d'Adda |
11 |
144 |
227 |
55 |
364 |
20 |
2 |
18 |
Totale |
1843 |
7493 |
7747 |
6528 |
8796 |
1796 |
162 |
758 |
Sono
stati estratti i dati delle emissioni stimate per l’impianto di Trezzo per i
diversi scenari previsti nel PRQA. Gli inquinanti confrontabili con i dati
dell’inventario sono NOX, CO, SOX. Lo scenario emissivo
massimo teorico (I1) prevede tutti gli impianti operanti al massimo
della potenzialità autorizzata con emissioni pari ai limiti di legge. Lo
scenario (I2) è lo scenario ritenuto più probabile: sono mantenute per
gli impianti esistenti le attuali tecnologie di depurazione e per quelli in
costruzione le tecnologie previste in fase progettuale. Lo scenario emissivo (I3)
prevede l’adozione della miglior tecnologia disponibile (MTD). Lo scenario (I4)
prevede l’adozione della miglior tecnologia disponibile coerentemente con la
struttura già esistente/prevista della sezione di depurazione degli effluenti.
Una ulteriore stima è stata effettuata per CO2 e NH3 i
cui valori rispettivamente sono 133kton/anno e 3.5 ton/anno.
Tabella 5
Emissioni atmosferiche stimate per l’impianto di Trezzo sull’Adda per diversi
scenari e confrontate con i dati dell’inventario delle emissioni.
|
|
NOx |
CO |
SOx |
CO2 |
NH3 |
Scenario |
ton/anno |
ton/anno |
ton/anno |
Kton/anno |
ton/anno |
|
Scenario Emissivo
dell’Impianto |
I1 |
160 |
67 |
53 |
133 |
3.5 |
I2 |
133 |
13 |
7 |
133 |
3 |
|
I3 |
43 |
5 |
2.02 |
133 |
2.2 |
|
I4 |
91 |
6 |
3.03 |
|
2.2 |
|
Emissioni
inventario |
|
1363 |
1413 |
69 |
123 |
51 |
Intervallo
% di possibile incremento |
|
12 - 7 |
5-0.5 |
77-0.1 |
108 |
6-0.1 |
Oltre
al camino la seconda fonte di emissione di inquinanti in atmosfera è quella del
trasporto dei rifiuti. Il problema delle emissioni degli autoveicoli è di
difficile risoluzione poiché è governato da un elevato numero di variabili.
Fortunatamente esistono degli studi effettuati dall'Environmental European
Agency riguardanti la determinazione dei fattori di emissioni riguardanti gli
inquinanti tipici da traffico (CO2, NOx, VOC, PM e CO) e
i cosiddetti microinquinanti.
Le
stime di emissione di quantità d’inquinanti effettuate per il trasporto dei
rifiuti sono degne d’interesse ma estremamente basse, se confrontate con quelle
stimate dall’inventario regionale, infatti il contributo è di 2 ordini di
grandezza inferiore a quelle del camino. La ragione è possibile individuarla
non solo nei fattori di emissione molto bassi ma anche nel numero di mezzi
utilizzati, che risulta basso rispetto alla gran quantità di mezzi che
attraversano il comune di Trezzo, e che rappresentano la principale fonte di
emissione del comune. Occorre comunque considerare che, a livello locale,
l’effetto di un’emissione alla quota di 100 metri, come quella dell'impianto, è
profondamente diverso da un’emissione al suolo, come può essere quella
rappresentata dal traffico, per via dei differenti fenomeni di trasporto e
diffusione cui le due emissioni sono sottoposte (dalle simulazioni condotte dal
CESI emerge infatti che le ricadute al suolo degli inquinati emessi dal camino
dell’inceneritore possono incidere in piccolissima parte sui valori della
qualità dell’aria).
La
centralina di Trezzo è in funzione dal 22 febbraio. Si tratta di una stazione
fissa di rilevamento in grado di analizzare e registrare in continuo le
concentrazioni in aria (immissioni) di polveri fini (PM10), monossido di
carbonio (CO), ossidi di azoto (NOX), ozono (O3), e i
valori di alcuni parametri meteorologici: direzione e velocità del vento, umidità
relativa, precipitazioni, temperatura e pressione atmosferica. La particolare
posizione della centralina, lontana da arterie di traffico, dà un'idea dei
valori di “fondo” rilevabili a Trezzo.
I
dati raccolti riguardano i mesi di marzo, aprile e maggio e non permettono
attualmente un rigoroso confronto con tutti i limiti normativi, in quanto,
molti di essi si riferiscono ad un arco temporale di un anno. Per questa
ragione tutti i grafici presentati di seguito devono essere considerati come
una prima analisi che può fornire delle indicazioni sul rispetto o meno dei
limiti, che potrà essere verificata solo dal marzo 2002.
Figura 1Media mobile su otto ore per la verifica del limite
relativo alla protezione per salute umana.
Dall’analisi della figura emerge come sia stato più
volte superato nel mese di maggio il limite per la protezione della salute
(110µg/m3). La situazione critica emerge anche analizzando la
concentrazione media oraria e la concentrazione media giornaliera. La
situazione è peraltro comune a quella di molte aree della Regione Lombardia.
Benché
andrebbero verificati, a rigore, su un arco temporale di un anno, dalla figura
seguente si può vedere che il 50° (42µg/m3)
e il 98° (97µg/m3) percentile dei valori registrati in tre mesi
risultatano più bassi dei limiti normativi che sono di 200 µg/m3 (Standard di qualità) e
135 µg/m3 (Valore guida) per il 98° percentile e 50 µg/m3
(Valore guida) per il 50° percentile
50° e 98° percentile dei valori registrati a Trezzo
tra marzo e maggio 2001
È possibile osservare dalla figura seguente che i
valori registrati nei primi tre mesi risultano molto più bassi dello standard
di qualità su otto ore, benché questo andrebbe verificato, a rigore, su un arco
temporale di un anno. La medesima situazione si evince analizzando la
concentrazione media oraria e la concentrazione media giornaliera.
Figura 3 Concentrazione media di otto ore per CO
Per
quanto riguarda le polveri, i dati della centralina di Trezzo si riferiscono alle
PM10 che sono le più importanti da monitorare per quanto riguarda il rischio di
danni alla salute, ma per le quali esistono solo i limiti normativi espressi
come obiettivi di qualità, mentre i restanti limiti si riferiscono alle polveri
totali sospese (DPCM 28/3/83 e DPR
203 dell’88). Dalla figura successiva emerge che, se la media
delle medie giornaliere dei tre mesi risultasse confermata (44µg/m3)
per un arco temporale di un anno, l’obiettivo di qualità (40µg/m3)
non sarebbe rispettato.
Figura 4 Medie
giornaliere dei mesi di marzo, aprile e maggio e obiettivo di qualità riferiti
però ad un arco temporale di un anno.