Determinazione Dei Principali Fattori Di Pressione Su Trezzo Sull’Adda

Il Piano Regionale della qualità dell’Aria

Il Piano Regionale per la Qualità dell’Aria (PRQA) è volto principalmente a supportare le politiche di interventi strutturali, ma fornisce al contempo elementi e indicazioni sulle aree che necessitano di azioni di emergenza, sulla ottimale dislocazione dei sistemi di monitoraggio e sui modelli previsionali capaci di valutare l’evoluzione di episodi di inquinamento acuto. Le attività previste dal PRQA sono articolate in 14 macroattività, riferibili a tre distinte fasi: una fase conoscitiva, una fase propositiva ed un sistema informativo di supporto che si relaziona a tutte le attività previste.

 

 

“Individuazione delle aree critiche”

Nel conteso del lavoro realizzato dall’Università di Parma è stata analizzata la macroattività “Individuazione delle aree critiche” in cui si è utilizzata una metodologia finalizzata a definire la criticità delle singole aree comunali attraverso l’elaborazione di opportuni indici sintetici basati sul superamento di soglie e la presenza di fattori di criticità. L’obiettivo è quello di mettere in luce l’interazione tra i fenomeni di produzione del degrado ambientale e l’individuazione delle componenti di tutela.

 

 

I parametri selezionati per la valutazione del livello di criticità ambientale delle aree comunali della regione Lombardia sono stati raggruppati in tre classi vulnerabilità, pressione, qualità dell'aria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Indicatori di vulnerabilità ambientale

Gli indicatori utilizzati per la vulnerabilità sono:

·        Popolazione e densità: Il comune di Trezzo è più popoloso dei comuni limitrofi ma in virtù della sua estensione ricade nella medesima classe di densità di molti di essi.

·        Patrimonio culturale: Si osserva che il comune di Trezzo offre un patrimonio culturale superiore rispetto ai comuni limitrofi.

·        Aree protette: All’interno del comune di Trezzo ricade parte del territorio del Parco dell’Adda Nord

·        Carichi di acidità totale: il “carico critico” indica la capacità di ricezione di inquinanti da parte del terreno e tiene conto della perdita di specie chimiche in grado di opporsi all’acidità. Poiché tale perdita dipende anche dalle caratteristiche chimiche e pedologiche del suolo, e poiché il comune di Trezzo non presenta superfici boscate è stato assegnato un punteggio pari a zero.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Indicatori di pressione ambientale

Le mappe di criticità relative alle emissioni in atmosfera sono state ottenute sulla base di quanto fornito dal Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria della Regione Lombardia, relativo al 1997. L’inventario delle emissioni, in conformità con quanto previsto dal progetto europeo CORINAIR, accorpa le emissioni atmosferiche negli 11 macrosettori (Centrali elettriche pubbliche cogenerazione e teleriscaldamento, Impianti di combustione non-industriale, Combustione nell’industria, Processi produttivi, Estrazione e distribuzione di combustibili fossili, Uso di solventi, Trasporto su strada, Altre sorgenti mobili e macchinari, Trattamento e smaltimento rifiuti, Agricoltura, Natura) e considera 8 inquinanti (CH4, CO, CO2, NH3, NMCOV, N2O, NOx, SO2).

Le sorgenti inquinanti sono inoltre suddivise in diffuse (riscaldamento domestico, processi industriali, ecc.) e puntuali (centrali elettriche, impianti industriali, ecc.). Degli inquinanti appartenenti allo standard CORINAIR sono stati utilizzati i seguenti: CO, NMVOC, NOx e SO2; l’inventario 1997 contempla anche dati relativi alle emissioni di polveri.

Le informazioni contenute nel database d’inventario delle emissioni sono state utilizzate in vario modo al fine di ottenere mappe tematiche di pressione ambientale sul territorio da integrare nel sistema piú ampio di individuazione delle aree regionali critiche. I tematismi ottenuti sono:

·        emissioni comunali diffuse per classi di contributo: Trezzo appartiene alla classe più bassa di emissioni (0-4000t/a) cui è associato un punteggio pari a 1;

·        distanza da una delle sorgenti puntuali principali: di 5 classi, Trezzo appartiene alla terza con punteggio pari a 2;

·        emissioni da sorgenti puntuali: al momento dell’inventario del ’97 non erano presenti emissioni puntuali nel comune di Trezzo;

·        distribuzione delle emissioni totali rispetto alla rappresentazione dei bacini aerologici: tiene conto sia della caratterizzazione puntuale che di quella distribuita che sommate e normalizzate a 100, assegnando tale valore al comune con punteggio massimo, producono una distribuzione emissiva “globale” (Trezzo appartiene alla quarta delle sei classi).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Indicatori dello stato di qualità dell’aria e distribuzione della variabilità territoriale degli indici di esposizione della popolazione

L’applicazione della metodologia generale di valutazione del livello di criticità ambientale necessita l’attribuzione di un parametro di riferimento per ogni singolo comune. A tal fine è stato necessario predisporre e applicare un criterio di estrapolazione a tutto il territorio in esame degli indici di qualità dell’aria rilevati dalle singole stazioni di monitoraggio.

 

L’estrapolazione dei dati di qualità dell’aria all’intero territorio è stata ottenuta mediante la correlazione tra gli indici effettivamente rilevati dalla rete e le emissioni di inquinanti relative ai singoli comuni della regione. Ottenuti i risultati, i comuni sono stati suddivisi in sei diverse classi a seconda degli l’intervalli di appartenenza secondo i quali è stato deciso di suddividere il valor medio di ogni concentrazione di inquinante.

Trezzo sull’Adda, per il valore medio del biossido di azoto (NO2) appartiene alla sesta classe che va da 52 a 94mg/m3, quello di CO appartiene alla quinta che va da 1.2 a 2.2mg/m3, quello di SO2 alla quarta classe che va da 3 a 4mg/m3, quello delle polveri alla sesta classe che va da 45 a 88mg/m3, quella di AOT40 (dose di ozono che eccede 40ppm) alla quarta classe che va da 25 a 35ppm/h.

 

La concentrazione media di un determinato inquinante è un parametro di qualità dell’aria che può essere utilizzato come indicatore dei livelli di esposizione della popolazione. In particolare è possibile assumere come uno dei possibili indicatori dell’esposizione il prodotto tra la concentrazione media di un determinato inquinante e il numero di ore del periodo temporale di riferimento del dato medio, ad esempio l’anno.

 

Il dato finale di maggiore interesse è l’esposizione integrale, ottenuta moltiplicando per ogni inquinante considerato la concentrazione media di ogni singolo comune per il numero di abitanti: Il confronto sintetico è possibile in quanto il risultato, per ogni inquinante, è stato normalizzato rispetto al valore massimo regionale. I risultati sono poi raggruppati in sei classi: Trezzo appartiene alla terza classe per NO2 CO e polveri, alla prima per SO2, alla quarta per l’ozono.

 

I livelli di criticità ambientale complessiva

L’analisi complessiva dei 23 indicatori di criticità ambientale consente di individuare per l’insieme dei comuni della regione Lombardia una griglia di valutazione delle caratteristiche spaziali e tipologiche dei livelli di pressione/vulnerabilità del territorio relativamente al fenomeno dell’inquinamento atmosferico. Tale griglia rappresenta un elemento di valutazione nel complesso quadro di definizione di strategie di risanamento orientate al miglioramento complessivo dello stato di Qualità dell’aria. Gli indicatori utilizzati per l’analisi dei diversi inquinanti sono riportati nella tabella seguente.

Tabella 1 Indicatori utilizzati per l’analisi di criticità ambientale riferita ai diversi inquinanti.

Indicatore

NO2

SO2

CO

Polveri

NMCOV

O3

Abitanti

X

X

X

X

X

X

Densità

X

X

X

X

X

X

Patrimonio culturale

X

X

X

X

X

X

Aree protette

X

X

X

X

X

X

Carico critico di acidità totale

X

X

-

-

-

-

Qualità

98° perc.

Superamento del livello di attenzione (200mg/m3 su 1 h)

 

Media invernale

 

Superamento del livello di attenzione (15 mg/m3 su 1h)

Superamento del valore limite 8h (10 mg/m3)

Superamento livello di attenzione

Superamento del valore guida (100 mg/m3 su 24 ore)

 

-

AOT40

Superamento della concentrazione media oraria di  200mg/m3

Superamento della concentrazione media giornaliera di 65 mg/m3

Emissioni diffuse

-

-

-

-

X

-

Emissioni puntuali

X

X

X

X

X

-

Raggio di influenza

X

X

X

-

X

-

Classe di emissione

X

X

X

-

X

-

 

Sulla base della metodologia introdotta, è stato possibile stimare la distribuzione dei livelli di criticità ambientale per i singoli inquinanti presi in considerazione e del livello complessivo, considerando la sovrapposizione delle criticità relative ai singoli indicatori che concorrono alla definizione dello specifico tema.

I passi successivi all’individuazione dei parametri per l’individuazione delle aree a maggior criticità sono stati:

·        definizione di una scala, per le variabili di riferimento per il calcolo del livello di criticità ambientale, al fine di ottenere una graduatoria di criticità per ogni singolo indicatore individuato;

·        stima del livello di criticità ambientale relativo ai sei inquinanti con i quali è stata descritta la condizione di qualità dell’aria e del livello complessivo. Il livello di criticità dei sette tematismi è definito come somma dei punteggi ottenuti per tutti gli indicatori di criticità che concorrono alla definizione del singolo tematismo;

·         introduzione di una scala univoca in termini di punteggi per introdurre il confronto incrociato tra il contributo alla criticità ambientale associata ai diversi inquinanti esaminati e al contributo complessivo;

·         individuazione di una scala di riferimento per rappresentare le diverse condizioni di degrado ambientale.

 

 

Il territorio regionale è stato suddiviso in 4 classi, i comuni che appartengono alla prima classe (indice da 0 a 20) sono stati considerati in “buono stato ambientale” e, a seguire, in condizioni di “preservazione dello stato ambientale” quelli della seconda e “risanamento dello stato ambientale” quelli della terza e della quarta. Nella tabella seguente sono rappresentati i risultati relativi a Trezzo ed ai comuni limitrofi. Come è possibile osservare dalla tabella, per quanto riguarda il livello di criticità complessivo e gli indici di criticità associati a NO2, Polveri e SO2 Trezzo sull’Adda appartiene alla seconda delle quattro classi (condizione di preservazione ambientale), per quanto riguarda il CO alla terza e solo per l’ozono alla quarta (condizione di risanamento ambientale).

 

In estrema sintesi, dalle analisi svolte e presentate nel Piano Regionale della Qualità dell’Aria emerge che Trezzo sull’Adda, pur non essendo tra i comuni più in “salute” della regione (condizione di preservazione ambientale), non è tra quelli considerati nelle peggiori condizioni (condizione di risanamento).

 

Tabella 2 Comuni intorno limitrofi a Trezzo e livelli di criticità

Comune

Provincia

Livello complessivo

NO2

CO

POLVERI

SO2

NMCOV

O3

Trezzo sull'Adda

Milano

28

26

34

28

27

35

50

Basiano

Milano

24

16

25

18

17

21

38

Bottanuco

Bergamo

26

21

16

22

23

25

47

Brembate

Bergamo

29

35

23

25

29

31

54

Busnago

Milano

25

18

27

18

21

24

41

Canonica d'Adda

Bergamo

24

28

22

24

27

30

47

Capriate San Gervasio

Bergamo

29

36

24

26

30

32

55

Cassano d'Adda

Milano

34

29

38

32

33

33

44

Cornate d'Adda

Milano

26

19

28

22

23

27

45

Fara Gera d'Adda

Bergamo

23

24

19

20

24

26

44

Filago

Bergamo

27

18

13

16

17

24

41

Grezzago

Milano

23

14

23

16

14

19

36

Inzago

Milano

25

21

30

24

23

30

40

Masate

Milano

20

14

23

14

14

19

31

Pontirolo Nuovo

Bergamo

23

14

13

18

17

17

33

Stima delle emissioni future al 2005 e 2010

Obiettivo della fase propositiva del PRQA è l’individuazione di interventi miranti alla riduzione delle emissioni atmosferiche nel medio-lungo periodo. L’attenzione è focalizzata su alcuni dei comparti emissivi più significativi in regione Lombardia: il traffico autoveicolare, gli impianti di combustione non industriale, la produzione di energia e l’incenerimento di rifiuti solidi urbani. Il risultato consiste nell’elaborazione degli scenari emissivi agli orizzonti 2005 e 2010, separatamente per ogni comparto. La sovrapposizione dei vari contributi ha permesso poi la determinazione degli scenari emissivi globali. Si sono studiate le variazioni delle attuali emissioni atmosferiche indotte da interventi nel campo dei trasporti, degli impianti di riscaldamento civile, della produzione energetica e del termotrattamento dei rifiuti solidi urbani, interventi individuati da appositi gruppi specialistici.

Gli scenari emissivi relativi ai singoli settori di attività sono stati variamente combinati. Lo scopo è stimare il carico emissivo globale derivante dall’adozione di diverse strategie di

intervento nei singoli comparti, strategie che possono sommarsi o controbilanciarsi negli effetti.

Sono stati elaborati otto scenari compositi per il 2005 (C1, C2, …, C8) e considerate le quattordici evoluzioni al 2010, ottenute dalla possibile applicazione agli scenari C3, …C8 di due strategie relativamente all’energia (C3a e C3b, …., C8a e C8b).

cod

composizione *

descrizione scenario composito

C1

E2 + R + I2 + T1

evoluzione più probabile

C2

E1 + R + I3 + T3

adozione miglior tecnologia disponibile (MTD) in tutti i settori

C3a

E2 + R + I2 + T5

evoluzione più probabile + interventi relativi a soste e parcheggi

C3b

E1 + R + I2 + T5

max potenziamento energetico + interventi relativi a soste e parcheggi

C4a

E2 + R + I2 + T6

evoluzione più probabile + interventi su velocità del traffico

C4b

E1 + R + I2 + T6

max potenziamento energetico + interventi su velocità del traffico

C5a

E2 + R + I4 + T6

innovazione tecnologica ragionevole sui rifiuti + interventi su velocità del traffico

C5b

E1 + R + I4 + T6

massimo potenziamento energetico + innovazione tecnologica ragionevole sui rifiuti + interventi su velocità del traffico

C6a

E2 + R + I4 + T2

innovazione tecnologica ragionevole sui rifiuti + interventi sul traffico merci

C6b

E1 + R + I4 + T2

max potenziamento energetico + innovazione tecnologica ragionevole sui rifiuti + interventi sul traffico merci

C7a

E2 + R + I2 + T7

evoluzione più probabile + max MTD e politiche di gestione del traffico

C7b

E1 + R + I2 + T7

max potenziamento energetico + max MTD e politiche di gestione del traffico

C8a

E2 + R + I4 + T7

MTD rifiuti e traffico + politiche di gestione del traffico (mobilità e merci)

C8b

E1 + R + I4 + T7

max potenziamento energetico + MTD rifiuti e traffico + politiche di gestione del traffico (mobilità urbana e merci)

* gli scenari dei gruppi propositivi sono stati indicati con la codifica: E=Energia, R=Riscaldamento, I=Inceneritori, T=traffico

 

Un quadro delle variazioni delle emissioni regionali risultanti al 2010 secondo i quattordici scenari è sintetizzato nella tabella seguente. Le variazioni sono espresse in funzione del carico emissivo globale derivante da tutte le fonti contemplate nell’Inventario, sotto l’ipotesi di stazionarietà - nel corso del primo decennio del 2000 - delle emissioni provenienti dai settori non oggetto di proposte di intervento in questo studio (scenari C1’, …,C8a’). Lo scenario di evoluzione più probabile è lo scenario C1’, che prevede una riduzione significativa di tutti gli inquinanti “tradizionali”.

Negli scenari esaminati sono previste, nella peggiore delle ipotesi, riduzioni rispetto ai dati dell’inventario regionale del 1997 del 21% per gli NOx, del 32% per gli SOx, del 30% per il CO, dell’11% per le PTS,  del 13% per i NMCOV, pur prevedendo un aumento del 22% per la CO2, uno dei principali responsabili dell’effetto serra. Secondo tali previsioni dovrebbe, dunque, verificarsi una netta riduzione delle emissioni di NOx, SOx, PTS, CO, NMCOV per effetto degli interventi ormai avviati o programmati nei settori del trasporto stradale, combustioni residenziali, commerciali e istituzionali, produzione di elettricità e trattamento di rifiuti.

Tabella 3 Variazioni di emissione di ogni inquinante rispetto al carico emissivo globale del 1997 per i diversi scenari considerati

t/anno

NOx

SOx

CO

PTS §

NMCOV

CO2

N2O

NH3

C1’

-21%

-32%

-30%

-11%

-13%

18%

7%

1%

C2’

-34%

-32%

-31%

-11%

-14%

12%

8%

2%

C3a’

-22%

-32%

-32%

-11%

-14%

16%

7%

1%

C3b’

-22%

-32%

-32%

-11%

-14%

14%

7%

1%

C4a’

-22%

-32%

-31%

-11%

-13%

17%

7%

2%

C4b’

-23%

-32%

-31%

-11%

-13%

15%

7%

2%

C5a’

-22%

-32%

-31%

-11%

-13%

17%

7%

2%

C5b’

-23%

-32%

-31%

-11%

-13%

15%

7%

2%

C6a’

-25%

-32%

-31%

-11%

-13%

16%

7%

1%

C6b’

-26%

-32%

-31%

-11%

-13%

14%

7%

1%

C7a’

-35%

-32%

-34%

-11%

-15%

11%

7%

1%

C7b’

-35%

-32%

-34%

-11%

-15%

9%

7%

1%

C8a’

-35%

-32%

-34%

-11%

-15%

11%

7%

1%

C8b’

-36%

-32%

-34%

-11%

-15%

9%

7%

1%

1997 #

245 489

90 029

595 090

48 609

366 692

59 218 000

12 279

104 445

#  somma delle emissioni provenienti da tutte le sorgenti dell’Inventario Regionale

§  non sono incluse le emissioni da traffico

 

 

 

Analisi delle emissioni a Trezzo e nei comuni limitrofi

Il DSA dell’Università di Parma ha effettuato anche un’analisi preliminare delle emissioni a Trezzo e nei comuni limitrofi, da cui emerge che le principali fonti di emissioni sono quelle dovute al trasporto su strada, in particolare per CO, NOX e NMCOV. I mezzi che incidono di più sono quelli che percorrono le autostrade e le strade extraurbane. La tabella seguente propone le emissioni totali ed i comuni indagati. L’unità di misura per tutti gli inquinanti sono le tonnellate per anno, ad eccezione della CO2 per la quale sono le migliaia di tonnellate per anno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tabella 4 Emissioni nei comuni limitrofi a Trezzo

 

SO2

NOx

(come NO2)

NMVOC

CH4

CO

CO2

N2O

NH3

Basiano

30

1558

1111

31

1123

95

2

4

Bottanuco

9

59

182

114

162

16

3

36

Brembate

8

86

162

78

246

20

3

21

Busnago

9

247

330

34

524

29

2

4

Canonica d'Adda

7

51

195

54

128

12

2

13

Capriate San Gervasio

14

243

275

45

558

47

4

7

Cassano d'Adda

1566

1609

693

340

1388

1058

99

74

Cornate d'Adda

18

119

592

210

391

47

6

35

Fara Gera d'Adda

7

49

175

205

149

16

6

110

Filago

16

140

463

21

118

56

5

4

Grezzago

18

1044

713

10

682

57

1

2

Inzago

14

296

454

328

596

44

14

265

Masate

4

104

139

72

175

13

1

24

Pontirolo Nuovo

25

136

199

4667

327

101

4

80

Pozzo d'Adda

6

54

307

41

177

16

2

7

Roncello

4

19

104

16

41

8

1

1

Trezzano Rosa

7

170

225

23

236

19

1

1

Trezzo sull'Adda

69

1363

1202

184

1413

123

6

51

Vaprio d'Adda

11

144

227

55

364

20

2

18

Totale

1843

7493

7747

6528

8796

1796

162

758

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il contributo emissivo del’impianto e del conferimento dei rifiuti

Sono stati estratti i dati delle emissioni stimate per l’impianto di Trezzo per i diversi scenari previsti nel PRQA. Gli inquinanti confrontabili con i dati dell’inventario sono NOX, CO, SOX. Lo scenario emissivo massimo teorico (I1) prevede tutti gli impianti operanti al massimo della potenzialità autorizzata con emissioni pari ai limiti di legge. Lo scenario (I2) è lo scenario ritenuto più probabile: sono mantenute per gli impianti esistenti le attuali tecnologie di depurazione e per quelli in costruzione le tecnologie previste in fase progettuale. Lo scenario emissivo (I3) prevede l’adozione della miglior tecnologia disponibile (MTD). Lo scenario (I4) prevede l’adozione della miglior tecnologia disponibile coerentemente con la struttura già esistente/prevista della sezione di depurazione degli effluenti. Una ulteriore stima è stata effettuata per CO2 e NH3 i cui valori rispettivamente sono 133kton/anno e 3.5 ton/anno.

Tabella 5 Emissioni atmosferiche stimate per l’impianto di Trezzo sull’Adda per diversi scenari e confrontate con i dati dell’inventario delle emissioni.

 

 

NOx

CO

SOx

CO2

NH3

Scenario

ton/anno

ton/anno

ton/anno

Kton/anno

ton/anno

Scenario

Emissivo dell’Impianto

I1

160

67

53

133

3.5

I2

133

13

7

133

3

I3

43

5

2.02

133

2.2

I4

91

6

3.03

 

2.2

Emissioni inventario

 

1363

1413

69

123

51

Intervallo % di possibile incremento

 

12 - 7

5-0.5

77-0.1

108

6-0.1

 

Oltre al camino la seconda fonte di emissione di inquinanti in atmosfera è quella del trasporto dei rifiuti. Il problema delle emissioni degli autoveicoli è di difficile risoluzione poiché è governato da un elevato numero di variabili. Fortunatamente esistono degli studi effettuati dall'Environmental European Agency riguardanti la determinazione dei fattori di emissioni riguardanti gli inquinanti tipici da traffico (CO2, NOx, VOC, PM e CO) e i cosiddetti microinquinanti.

Le stime di emissione di quantità d’inquinanti effettuate per il trasporto dei rifiuti sono degne d’interesse ma estremamente basse, se confrontate con quelle stimate dall’inventario regionale, infatti il contributo è di 2 ordini di grandezza inferiore a quelle del camino. La ragione è possibile individuarla non solo nei fattori di emissione molto bassi ma anche nel numero di mezzi utilizzati, che risulta basso rispetto alla gran quantità di mezzi che attraversano il comune di Trezzo, e che rappresentano la principale fonte di emissione del comune. Occorre comunque considerare che, a livello locale, l’effetto di un’emissione alla quota di 100 metri, come quella dell'impianto, è profondamente diverso da un’emissione al suolo, come può essere quella rappresentata dal traffico, per via dei differenti fenomeni di trasporto e diffusione cui le due emissioni sono sottoposte (dalle simulazioni condotte dal CESI emerge infatti che le ricadute al suolo degli inquinati emessi dal camino dell’inceneritore possono incidere in piccolissima parte sui valori della qualità dell’aria).

 

 

 

Analisi dei dati della centralina di Trezzo sull’Adda

La centralina di Trezzo è in funzione dal 22 febbraio. Si tratta di una stazione fissa di rilevamento in grado di analizzare e registrare in continuo le concentrazioni in aria (immissioni) di polveri fini (PM10), monossido di carbonio (CO), ossidi di azoto (NOX), ozono (O3), e i valori di alcuni parametri meteorologici: direzione e velocità del vento, umidità relativa, precipitazioni, temperatura e pressione atmosferica. La particolare posizione della centralina, lontana da arterie di traffico, dà un'idea dei valori di “fondo” rilevabili a Trezzo.

I dati raccolti riguardano i mesi di marzo, aprile e maggio e non permettono attualmente un rigoroso confronto con tutti i limiti normativi, in quanto, molti di essi si riferiscono ad un arco temporale di un anno. Per questa ragione tutti i grafici presentati di seguito devono essere considerati come una prima analisi che può fornire delle indicazioni sul rispetto o meno dei limiti, che potrà essere verificata solo dal marzo 2002.

Ozono (O3)

Figura 1Casella di testo: (mg/m3)Media mobile su otto ore per la verifica del limite relativo alla protezione per salute umana.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dall’analisi della figura emerge come sia stato più volte superato nel mese di maggio il limite per la protezione della salute (110µg/m3). La situazione critica emerge anche analizzando la concentrazione media oraria e la concentrazione media giornaliera. La situazione è peraltro comune a quella di molte aree della Regione Lombardia.

Ossidi di azoto (NOX)

Benché andrebbero verificati, a rigore, su un arco temporale di un anno, dalla figura seguente  si può vedere che il 50° (42µg/m3) e il 98° (97µg/m3) percentile dei valori registrati in tre mesi risultatano più bassi dei limiti normativi che sono di  200 µg/m3 (Standard di qualità) e 135 µg/m3 (Valore guida) per il 98° percentile e 50 µg/m3 (Valore guida) per il 50° percentile

 

Figura 2

50° e 98° percentile dei valori registrati a Trezzo tra marzo e maggio 2001

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Monossido di carbonio (CO)

È possibile osservare dalla figura seguente che i valori registrati nei primi tre mesi risultano molto più bassi dello standard di qualità su otto ore, benché questo andrebbe verificato, a rigore, su un arco temporale di un anno. La medesima situazione si evince analizzando la concentrazione media oraria e la concentrazione media giornaliera.

Figura 3 Concentrazione media di otto ore per CO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Polveri con diametro inferiore a 10 micron (PM10)

Per quanto riguarda le polveri, i dati della centralina di Trezzo si riferiscono alle PM10 che sono le più importanti da monitorare per quanto riguarda il rischio di danni alla salute, ma per le quali esistono solo i limiti normativi espressi come obiettivi di qualità, mentre i restanti limiti si riferiscono alle polveri totali sospese (DPCM 28/3/83  e DPR 203 dell’88). Dalla figura successiva emerge che, se la media delle medie giornaliere dei tre mesi risultasse confermata (44µg/m3) per un arco temporale di un anno, l’obiettivo di qualità (40µg/m3) non sarebbe rispettato.

Figura 4Casella di testo: (mg/m3) Medie giornaliere dei mesi di marzo, aprile e maggio e obiettivo di qualità riferiti però ad un arco temporale di un anno.