Aspetti gestionali

I problemi nodali ancora aperti

Nelle diverse riunioni e scambi di documenti il gruppo di lavoro dell’Università di Parma ha manifestato alla società proprietaria dell’impianto l’importanza attribuita ad un sistema di gestione ambientale con relativa certificazione ambientale, affiancato da un adeguato sistema di monitoraggio, al fine di controllare e minimizzare gli effetti sull’ambiente.

Il sistema di gestione ambientale

Le società del gruppo Falck hanno da poco avviato le attività che le porteranno, si spera in tempi rapidi, ad adottare e rendere operativo un Sistema di Gestione Ambientale certificato. Per tale ragione, benché fosse auspicato dal DSA di Parma, non sono stati redatti in tempo utile per il SIA i documenti ufficiali relativi al Sistema di Gestione Ambientale, la politica ambientale e le procedure da adottare per l’ottenimento della certificazione ambientale. Si vuole comunque sottolineare che l’adozione di un Sistema di Gestione Ambientale certificato comporterà dei vantaggi in termini di una migliore gestione degli aspetti ambientali dell’impianto, di un sistematico controllo del rischio, della conformità normativa e, aspetto non trascurabile, di un’efficace comunicazione con i cittadini, che chiedono trasparenza e conoscenza delle informazioni. Un sistema di gestione ambientale, infatti, mira al continuo miglioramento delle prestazioni ambientali attraverso un ciclo continuo che prevede un’attività di pianificazione (aspetti critici, obiettivi di miglioramento e mezzi per il loro raggiungimento), seguita dalla relativa attuazione (formazione e sensibilizzazione del personale coinvolto, comunicazione, controllo operativo del processo, gestione delle emergenze); sono predisposti poi il controllo e la verifica del funzionamento del sistema e le relative azioni correttive. Il tutto viene poi sottoposto ad un  periodico riesame della direzione. In questo contesto assumono notevole importanza, specialmente per quanto riguarda il regolamento EMAS, le attività legate alla comunicazione e trasparenza con le comunità locali e gli enti pubblici riguardo gli effetti, la politica e i programmi ambientali. In un'apposita riunione con l'Amministrazione Comunale sono state rese note le informazioni relative al sistema di gestione ambientale che la società Prima intende adottare.

Questo risulterà come prodotto di due sistemi differenti: il Sistema di Gestione Integrato (Qualità – ISO 9002, Ambiente – ISO 14001, Sicurezza – OHSAS 18001) in capo alla società Ambiente 2000, che sarà incaricata della gestione dell’impianto, e l’adesione al regolamento EMAS da parte della società proprietaria dell’impianto, cioè la PRIMA. Questa struttura, sebbene formalmente corretta e potenzialmente efficace ed efficiente, secondo il parere dell’Università può portare ad una non chiara suddivisione delle competenze e delle responsabilità. La società Prima ha dichiarato e quindi chiarito di aver subappaltato la gestione dell’impianto alla società Ambiente 2000 e, curando direttamente sia la corretta esecuzione del contratto che gli aspetti legati al SGA, se ne assume la completa responsabilità.

 

 

 

Il monitoraggio della qualità dell’aria

Per dare compimento ai propositi di minimizzazione e controllo degli effetti sull’ambiente, i gestori dell’impianto, insieme all’Amministrazione Comunale, dovrebbero pianificare un adeguato sistema di monitoraggio della qualità dell’aria, complementare a quello realizzato per il controllo delle emissioni al camino (come da DM 503/97), non solo per una verifica post operam delle previsioni ma anche per dare un contributo concreto al controllo della qualità dell’aria nella zona e alla verifica del rispetto degli standard normativi.

La definizione di un’opportuna rete di monitoraggio rappresenta inoltre l’ultima fase di una buona procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, così come indicato nel DPCM 27 dicembre ‘88 e nella norma ISO 10744. Infatti, a causa del livello di incertezza associato ai modelli matematici utilizzati, una verifica post operam delle previsioni fatte in fase di progettazione è necessaria per controllare che gli effetti delle emissioni siano effettivamente conformi a quanto previsto.

Nel caso specifico di un impianto di termovalorizzazione, l’attività di monitoraggio dovrebbe riguardare anche il rumore, il rilascio di sostanze volatili e gas maleodoranti e la qualità delle acque di falda, considerando anche le situazioni anomale, di eventuale malfunzionamento, i possibili incidenti e i fermo impianto, così come previsto dalla direttiva IPPC.

 

Per quanto riguarda il problema specifico dell’inquinamento atmosferico, il campionamento dei macroinquinanti può essere fatto mediante analizzatori automatici sia al camino che al suolo, con metodiche ragionevolmente affidabili e standardizzate; invece i microinquinanti possono essere determinati solo attraverso procedimenti analitici più complessi che riguardano per certi versi ancora la ricerca applicata.

Dal punto di vista delle tecniche di campionamento è possibile distinguere fra campionatori attivi (dotati di un dispositivo che filtra l’aria in moto forzato) e passivi (basati sulla diffusione e deposizione naturale). I secondi possono essere sia dispositivi artificiali che campionatori biologici.

Per i macroinquinanti si usano in genere campionatori attivi in continuo di tipo fisico-chimico, organizzati in una rete di centraline fisse o mobili che, a seconda di quanto richiesto dalla normativa vigente, forniscono anche in tempo reale dati relativi a medie orarie o giornaliere di specifici inquinanti. L’analisi dei dati delle centraline fisse consente di ottenere informazioni molto significative sull’evoluzione temporale dell’inquinamento atmosferico, ma il costo di queste centraline fa sì che esse siano in genere in numero limitato. Per tale ragione e per i problemi di gestione connessi, la rete di centraline fisse non è in genere particolarmente fitta (a parte alcune eccezioni come il Comune di Milano) e risulta quindi difficile monitorare, con un ragionevole livello di dettaglio, un’ampia porzione di territorio attraverso quest’approccio. A Trezzo è posizionata un’unica centralina fissa, collocata in via Nenni. A fianco della rete fissa possono essere utilizzate altre metodologie di misura, non necessariamente continue, come i campionatori passivi artificiali e i bioindicatori vegetali.

Queste tecniche offrono numerosi vantaggi: basso costo, assenza di manutenzione, scarso ingombro, silenziosità, possibilità di campionare senza bisogno di alimentazione elettrica e in più punti contemporaneamente allo scopo di avere una "mappatura" dell'inquinante in una determinata area, sia urbana che extraurbana.

I campionatori passivi artificiali forniscono una misura integrata delle concentrazioni  di un inquinante in un dato periodo di tempo, variabile da 2-3 giorni fino ad alcune settimane; oltre agli inquinanti “tradizionali” - biossido di zolfo, ossidi di azoto, ozono –si possono rilevare l’ammoniaca, il benzene, l’acido cloridrico, l’acido fluoridrico, l’acido nitrico ed altri composti organici garantendo una soddisfacente precisione. Il monitoraggio di tipo biologico utilizza, come strumenti, organismi viventi, permettendo di individuare gli effetti provocati dagli inquinanti su di essi e fornendo informazioni a carattere sia puntuale che zonale.

Gli organismi utilizzati dal Biomonitoraggio, si dividono in:

·                    bioaccumulatori: hanno la capacità di trattenere le sostanze inquinanti penetrate, che vengono determinate attraverso l’analisi, in laboratorio, dei tessuti.

·                    bioindicatori: hanno la capacità di manifestare la presenza di un inquinante attraverso modificazioni morfologico strutturali (macchie sulle foglie, deperimento, necrosi, ecc.), oltre a fornire indicazioni circa gli effetti dell'esposizione a determinati agenti inquinanti sul patrimonio genetico dell'organismo esposto.

I vantaggi sono sostanzialmente gli stessi che si hanno per il campionamento passivo artificiale con la differenza che permettono di valutare anche microinquinanti come le diossine ed i metalli pesanti (piombo, cadmio, mercurio). A questa tecnica di campionamento appartengono quelle condotte nelle analisi dell’istituto di ricerca JRC di Ispra che tra pochi mesi renderà disponibile il rapporto sollo studio effettuato.

A queste tecniche di campionamento appartengono quelle condotte nelle analisi dell’istituto di ricerca JRC di Ispra, che tra pochi mesi renderà disponibile il rapporto sullo studio effettuato.

Data la sostanziale diversità delle informazioni i campionatori passivi artificiali, biologici e quelli automatici non possono essere considerati alternativi. È quindi consigliato il loro utilizzo combinato, accompagnato dall'utilizzo della modellistica di simulazione e previsione, per giungere a un quadro più completo e complessivo delle problematiche

Per Trezzo sull’Adda si suggerisce quindi di prevedere delle campagne periodiche di monitoraggio con campionatori passivi (artificiali e biologici) al fine di integrare i dati della centralina fissa per verificare la distribuzione spaziale dell’inquinamento

Possibili modalità di comunicazione dei risultati del monitoraggio al pubblico

Tra gli strumenti finalizzati a rendere trasparenti ai cittadini le informazioni relative alle emissioni atmosferiche e agli altri fattori d’impatto si consiglia di prendere in considerazione:

·                    la realizzazione di un sistema per la visualizzazione delle concentrazioni al camino misurate on-line (mediate su un periodo opportuno) su pannello a messaggio variabile e/o sul sito internet dell’impianto (www.termotrezzo.it) e su quello del Comune di Trezzo sull’Adda, riportando il confronto con i limiti di legge;

·                    la pubblicazione di una rubrica sul bollettino comunale con le massime concentrazioni medie orarie e/o giornaliere degli inquinanti, misurate on-line al camino nell’ultimo periodo trascorso, e il relativo confronto con i limiti di legge;

·                    la misurazione periodica delle concentrazioni al camino degli inquinanti non controllati in continuo e la relativa pubblicazione sul successivo numero del bollettino, confrontando i valori misurati con i limiti di legge;

·                    la pubblicazione, nella rubrica del bollettino comunale, del numero medio e massimo giornaliero di veicoli in entrata e uscita all’impianto, della quantità di rifiuti trattati e di ceneri inertizzate nell’ultimo periodo trascorso.

 

Per il monitoraggio dello stato dell’ambiente si suggerisce di considerare le seguenti possibilità:

·                    visualizzazione delle medie orarie e/o giornaliere delle concentrazioni in aria misurate nella centralina di Trezzo (eventualmente anche Agrate, Cassano, Inzago e Vimercate) su pannello a messaggio variabile e/o sul sito internet dell’impianto e su quello del Comune di Trezzo sull’Adda, confrontandole con i limiti di legge;

·                    pubblicazione nella rubrica del bollettino comunale dei parametri normati per legge ricavati dai valori misurati nella centralina di Trezzo (eventualmente anche Agrate, Cassano, Inzago e Vimercate), confronto con limiti di legge, numero di superamenti;

·                    pubblicazione delle eventuali elaborazioni dei dati dei campionatori passivi artificiali e biologici;

·                    creazione di un database di tutte le informazioni grezze e di quelle elaborate, accessibile all'Amministrazione Comunale.