Mercurio

Il mercurio è un elemento relativamente abbondante in tutta la crosta terrestre, naturalmente presente in alcuni minerali, il più diffuso dei quali è il cinabro (HgS, di colore rosso).

Le particolari proprietà chimico fisiche del Mercurio (stato liquido a temperatura ambiente, elevata densità e tensione superficiale, conducibilità ed espansione uniforme al calore) rendono il mercurio utile in numerose lavorazioni industriali ed è insostituibile in diverse apparecchiature.

E’ stabile a temperatura ordinaria e non reagisce con aria, ossigeno, anidride carbonica o biossido di azoto, mentre si combina con alogeni e viene attaccato da acido solforico concentrato a caldo, ma non dall’acido cloridrico. Inoltre il Mercurio reagisce violentemente con bromo, biossido di cloro ed ammoniaca.

Origine e fonti d’emisione

Secondo alcune stime circa l’80% del mercurio immesso nell’ambiente deriva da fonti naturali (erosione delle rocce da parte degli agenti atmosferici e dei fiumi, vaporizzazione dalla crosta terrestre), il rimanente 20%, di origine antropica, deriva dalla combustione di petrolio e carbone nelle centrali elettriche, da inceneritori e da perdite relative all’utilizzo del mercurio nell’industria delle vernici e della carta (come antimuffa), nell’industria della plastica (catalizzatore nella sintesi di poliuretani e del cloruro di vinile), negli impianti cloro-soda (ove è utilizzato come catodo nell’elettrolisi del cloruro di sodio), nella fabbricazione di dispositivi elettrici (lampade a vapori di mercurio, batterie, interruttori a mercurio), nella fabbricazione di termometri e barometri. Si possono considerare obsoleti gli impieghi del mercurio in agricoltura (antimuffa, antifungino) e nelle amalgame dentali.

Il rilascio globale di mercurio nell’atmosfera dovuto alle attività umane è di circa 2000-3000 tonnellate all’anno. Si calcola che il consumo mondiale annuo di mercurio, pari al 22%, sia per le apparecchiature elettriche ed elettroniche. Il mercurio è usato principalmente in termostati, sensori, relais e interruttori (ad esempio in circuiti stampati e apparecchiature di misura e nelle lampade a scarica). Il mercurio è anche usato in apparecchiature mediche, per la trasmissione dati, le telecomunicazioni e i telefoni mobili. Nell’UE, 300 tonnellate di mercurio sono usate nei sensori di posizione.

Secondo studi recenti, le emissioni dell’incenerimento dei rifiuti rappresentano 36 tonnellate all’anno di mercurio e 16 tonnellate all’anno di cadmio nella Comunità Europea.

Sversato in acqua, può trasformarsi in metilmercurio, sua forma solubile, ed entrare nella catena alimentare attraverso pesci e vongole.

Il metilmercurio ambientale proviene in gran parte, anche se non esclusivamente, dalla metilazione di mercurio inorganico. Il mercurio inorganico sparso nell’acqua si trasforma in mercurio metilato nei sedimenti del fondo. I composti di mercurio metilato sono liposolubili e si accumulano quindi facilmente negli organismi viventi e si concentrano lungo la catena alimentare. La popolazione generale è esposta al metilmercurio principalmente attraverso l’alimentazione.

I pesci e i prodotti ittici sono la fonte dominante di metilmercurio nell’alimentazione.

Il tenore di mercurio metilato nei pesci varia con la posizione delle specie nella catena alimentare e la contaminazione da mercurio dell’habitat di ciascun pesce.

Il livello della concentrazione di mercurio nelle acque potabili è compreso tra 50 e 500 ng/l (nanogrammi/litro), negli alimenti non ittici la concentrazione del mercurio è normalmente inferiore a 20 mg/kg (microgrammi/chilo), mentre il pesce rimane sicuramente la fonte più importante di introduzione del mercurio nell’organismo umano.

La concentrazione del mercurio nel pesce di mare può raggiungere i 5 mg/kg, con una media di 0.2-0.5mg/kg. Si è visto che in aree contaminate il pesce può accumulare fino a 40mg/kg di mercurio. Nel pesce, inoltre, fino all’80% del mercurio è in forma di metilmercurio.

L’aria, oltre all’acqua e all’ingestione, in funzione del livello di contaminazione, può contribuire all’assorbimento giornaliero di mercurio totale.

Effetti sulla salute

Il mercurio è un metallo estremamente tossico per il sistema nervoso centrale e periferico.

E’ una sostanza neurotossica, che agisce anche su cuore, reni e sistema immunitario, sia nel caso di avvelenamenti acuti che cronici; può essere assimilato per inalazione di vapori.

La tossicità del mercurio si differenzia in funzione della forma chimica di assunzione, pur rimanendo il sistema nervoso centrale (SNC) e il rene i due principali organi bersaglio di questo tossico.

Il mercurio elementare Hg°, per la sua elevata tensione di vapore, viene assorbito nel tratto respiratorio per inalazione e per la sua liposolubilita e mancanza di carica elettrica può facilmente attraversare la barriera ematoencefalica e accumularsi nel SNC, inoltre può essere ossidato nell’organismo a Hg++ che è tossico per il rene.

Il Mercurio metallico, se ingerito, non viene assorbito dal tratto gastrointestinale; mentre il 70-80 %, se inalato, viene trattenuto negli alveoli polmonari ed in seguito ossidato a ione bivalente, che è ritenuta la forma più tossica del mercurio inorganico. Una volta assorbito, il Mercurio si distribuisce a tutti gli organi corporei con un’emivita di 60 giorni.

L’inalazione di vapori di Mercurio nell’uomo causa intossicazione acuta, provocando un danno permanente al sistema nervoso con possibilità di morte; l’intossicazione cronica invece, detta “mercurialismo”, colpisce il sistema nervoso in maniera insidiosa, così che gli effetti tossici non si possono osservare se non dopo mesi dall’esposizione.

I sali del mercurio inorganici Hg+, Hg++ (solubili e quindi facilmente assorbibili) vengono solo parzialmente assorbiti (il 10% circa) e determinano nel tratto gastrointestinale la denaturazione delle proteine, manifestando effetti corrosivi. Una volta assorbita, questa forma del mercurio manifesta la sua tossicità in sede renale.

Il mercurio organico (es. (CH3)2Hg, che si trova soprattutto nel pesce) può essere assorbito in quantità che possono raggiungere fino al 90% di quello introdotto; esso presenta tossicità decrescente all’aumentare della lunghezza della catena alchilica a cui è legato. In forma organica il mercurio viene rapidamente distribuito al fegato (circa il 50%), al SNC e al rene. Per la sua lipofilicità attraversa facilmente anche la placenta con conseguenze tossiche che possono portare ad alterazioni dello sviluppo del cervelletto nel feto. 

Il Mercurio presente depositandosi nei tessuti e organi altera le normali funzioni soprattutto del SNC (Sistema Nervoso Centrale) provocando depressioni più o meno forti, eccitazioni con violenza, timidezza o aggressività, disturbi della concentrazione; nei Nervi Periferici, creando paralisi e distruzione della mielina (distrofie e sclerosi a placche, epilessie) nelle mucose provocando riniti allergiche, asma, congiuntiviti; nel fegato; nel pancreas; nei reni, nelle parotidi; nelle ghiandole sudorifere

Norme

La classificazione del mercurio e dei suoi composti è la seguente ai sensi della direttiva 67/548/CEE del Consiglio sulla classificazione e l’etichettatura delle sostanze pericolose:

I composti di mercurio sono classificati come:

·        R23/24/25: Tossico per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione

·        R33: Pericolo di effetti cumulativi I mercurioalchili e i composti inorganici del mercurio sono classificati come:

·        R26/27/28: Altamente tossico per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione

·        R33: Pericolo di effetti cumulativi.

 

L’OMS ha stabilito una dose (“Provisional tolerable weekly intake”-PTWI) a 5g/kg peso

corporeo per il mercurio dove non più di 3,3g possono essere mercurio metilato.

La Danish National Food Agency ha stimato l’assorbimento di mercurio attraverso gli alimenti a circa 55g/settimana (circa 0.8g/kg peso corporeo) per il danese medio che non sarebbero quindi a rischio. Il margine di sicurezza non è però sufficiente per le donne incinte.

Effetti sull’ambiente

Gli animali regolarmente usati nella catena alimentare possono essere esposti in modo particolare all’avvelenamento da mercurio a causa della capacità del mercurio di accumularsi negli organismi attraverso la catena alimentare. Questo rischio è particolarmente elevato per gli uccelli. L’avvelenamento da mercurio è considerato il motivo per cui diverse specie di uccelli erano prossime all’estinzione. Gli uccelli che si cibano in ambienti acquatici saranno probabilmente esposti a carichi critici di mercurio. Uno studio scientifico svedese conclude che le concentrazioni di mercurio nel terreno 2-10 volte superiori all’attuale livello possono influenzare l’attività biologica di composizione nel terreno.