Redazione:
G. Bucci (bucci@imgpf.fi.cnr.it),
M. Borghetti (borg@dsa.unipr.it)
P. De Angelis (macchia@unitus.it)
F. Magnani (federico@imgpf.fi.cnr.it)
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Il Bollettino della Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia
Forestale viene diffuso via E-mail ai Soci e ad una lista di indirizzi
di persone afferenti ad enti interessati alle tematiche forestali ed
ambientali. Chi non fosse interessato a ricevere i successivi bolletini
è pregato di inviare un messaggio di rinuncia a: sisef@dsa.unipr.it.
Il Bollettino dei Soci è disponibile assieme ad altro materiale
relativo alla SISEF, alle sue iniziative, a notizie di interesse per la
ricerca forestale, alle modalità di iscrizione alla Società presso il
sito WEB: http://www.dsa.unipr.it/~sisef.
Chiunque fosse interessato a diffondere presso i soci o gli enti
suddetti annunci di convegni, informazioni circa iniziative relative al
campo dell'Ecologia Forestale e della Selvicoltura o altro materiale
d'interesse per i Soci, puo' inviare un messaggio a: sisef@dsa.unipr.it.
Si informa che sono stati pubblicati gli Atti del I Congresso della
SISEF "La Ricerca Italiana per le Foreste e la Selvicoltura". Per
informazioni rivolgersi a Marco Borghetti.
(e-mail: borg@eagle.dsa.unipr.it)
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Riservato ai soci SISEF
In ragione dell'allestimento del database elettronico dei
soci, vi chiediamo
gentilmente di inviare all'indirizzo sisef@eagle.dsa.unipr.it un messaggio contenente le infomazioni
(aggiornate) circa il vostro nominativo, indirizzo, CAP, città, telefono/FAX, e-mail, e
alcune (min 3) keywords riguardanti le vostre principali attività.
Grazie in anticipo per la vostra
disponibilità. Distinti Saluti
Il Comitato di Redazione
S.I.S.E.F.
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Sommario:
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La foresta trascurata
(intervento di M.
Borghetti)
Gli incendi
che, complice un torrido inizio d'estate, sono stati
dolosamente appiccati ai boschi dell'Italia meridionale hanno 'meritato' la prima pagina
dei quotidiani e i titoli di apertura dei telegiornali. Tuttavia, ed è impressione che si
rinnova in casi del genere, l'informazione è parsa lontana dall'impostare un'analisi
seria dei fatti, privilegiando le sterili polemiche circa la responsabilità delle
operazioni di spegnimento.
I tempi sembrano invece maturi per mettere sul tappeto con
chiarezza,
anche al di là del problema incendi, un aspetto importante e generale della
"questione forestale" e dei pericoli che minacciano la foresta. Fuor di
dubbio,
questi ultimi sono legati all'azione dell'uomo : è l'uomo che appicca il
fuoco, è
l'uomo che inquina e disbosca, così com'è l'uomo che, lontano da noi ma anche per colpa
nostra, distrugge a ritmi preoccupanti la foresta tropicale.
Dovrebbe essere quindi evidente che solo l'interpretazione attenta del
rapporto fra uomo e bosco può permettere di capire perché i boschi bruciano qui e non
là, perché qui sono correttamente utilizzati e conservati e là, invece, sfruttati e
distrutti. Dovrebbe anche apparire chiaro che solo la sapiente pianificazione di tale
rapporto, da definire caso per caso senza preclusioni ideologiche, può fare in modo che
la foresta sia percepita come "valore" e utilizzata come risorsa rinnovabile
secondo criteri di sostenibilità; facendo anche sì che essa susciti nella cultura della
gente quel senso d'attaccamento e cura in assenza del quale ogni politica di conservazione
ed uso sostenibile pare destinata al fallimento.
Nel suo rapporto con
l'uomo, e nel corso dei secoli, la storia del
bosco è stata, in gran parte, storia della sua distruzione. Nei paesi della comunità
europea la foresta ricopre oggi poco più del 20 per cento della sua superficie
potenziale. Durante i secoli, il dissodamento agricolo, la pastorizia, gli
incendi, lo
sviluppo delle città, la costruzione di strade, il turismo e la speculazione
edilizia, la
"fame" di legno da parte delle popolazioni ecc., hanno determinato, con modi e
intensità diverse da zona a zona, la regressione o la trasformazione della foresta
originaria.
Per lungo tempo la foresta è stata quindi considerata dall'uomo come
risorsa passibile d'ogni tipo d'uso e sfruttamento. E' solo dal periodo illuministico che
si è fatta strada l'idea che essa dovesse essere considerata come risorsa limitata e che
andassero predisposte delle misure per contenerne lo sfruttamento e regolarne
l'uso. Da
qui, le prime leggi di tutela del patrimonio boschivo e l'istituzione delle scuole e delle
università forestali, come luoghi deputati allo sviluppo delle scienze del bosco e alla
formazione di personale specializzato nell'uso e conservazione della foresta. La scuola di
Vallombrosa ha rappresentato il punto di partenza e d'irraggiamento della scienza
forestale italiana, da tempo significativamente ispirata ai principi della selvicoltura
naturalistica e dell'uso sostenibile del bosco. Sono oggi numerose le facoltà forestali
nel nostro paese, molti sono ogni anno i laureati in scienze forestali, di qualità è la
ricerca scientifica nel campo dell'ecologia forestale e della selvicoltura.
E' quindi deludente constatare che di fronte alla disponibilità
d'ampie conoscenze cui improntare la gestione delle foreste, e di adeguate capacità
professionali e scientifiche cui affidarla, nella realtà gran parte del patrimonio
forestale italiano sia ancora trascurato od oggetto di gestioni improvvisate, avulse da
una programmazione d'ampio respiro. Così come irrita sapere - mentre molti fanno finta di
non saperlo - che anche per questo motivo il bosco va incontro a quelle avversità (leggi
incendi, tagli abusivi ecc.) che trovano poi, ma solo in occasione di gravi calamità,
ampio spazio sulle prime pagine dei giornali.
Diversa è la situazione in altri paesi europei (Francia, Svizzera,
Germania, Austria, ecc.) che hanno dimostrato di saper impostare una valida politica
forestale impiegando con efficacia le professionalità che hanno a disposizione.
Ad oltre venti anni dal trasferimento alle Regioni delle competenze in
materia territoriale e forestale, la situazione non sembra significativamente migliorata
(con le dovute eccezioni in quanto alcune Regioni appaiono meritoriamente attive). A
fronte dell'obbligo che la legge impone agli enti pubblici di predisporre piani per la
gestione selvicolturale delle loro proprietà forestali, è bassa la percentuale di quelli
che sono adempienti. Così come non è confortante constatare l'incertezza che da più
anni pende sul destino del Corpo Forestale dello Stato: oltre 7000 persone specializzate
nella cura e nella difesa del bosco, da tempo impiegate al di sotto, e anche al di fuori,
delle loro competenze.
Non si tratta solo di mancanze amministrative ed organizzative; ma
anche d'impostazioni ideologiche, che negli anni passati si sono spesso uniformate, forse
per cavalcarne l'onda, alla moda di un ecologismo d'occasione. Da chi rivestiva posizioni
di responsabilità in sede centrale sono stati propagandati messaggi improntati a
concezioni ascientifiche del bosco e a stucchevoli lirismi, pericolose (se generalizzate)
proposte di abbandono, che rendono il bosco res nullius, noncuranza per gli aspetti
selvicolturali e pianificatori.
La traduzione di tale ideologia nella prassi può determinare una
pericolosa disaffezione dell'uomo dal bosco. Disaffezione che, non sorprendentemente, sta
provocando evidenti danni (incendi, atti vandalici ecc.) anche all'interno delle aree
protette; è il caso, sotto gli occhi di chi vuol vedere, di Parchi Nazionali di recente
istituzione gestiti, fino ad ora, in modo alquanto opinabile, o (forse è ancor peggio)
non gestiti del tutto. Mentre vi sono, sempre per chi vuol vedere, riserve naturali (ad
esempio il Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino, in Trentino) dove l'applicazione
sapiente della selvicoltura naturalistica, intrinsecamente rispettosa dei criteri di
sostenibilità, favorisce con successo la conservazione e l'equilibrato rapporto fra le
diverse componenti dell'ecosistema forestale e del territorio.
Laddove esiste, in virtù di una lungimirante gestione forestale e del
coinvolgimento della gente, una profonda considerazione del bosco come valore, fonte di
reddito e presidio territoriale, le avversità del bosco sono sempre molto contenute o
addirittura inesistenti; e solo laddove la gente può vedere nel bosco un bene capace di
molteplici funzioni (assorbimento della C02 atmosferica, produzione di legname,
protezione idrogeologica, fruizione turistica, conservazione della biodiversità ecc.), ma
che rispetto a ciascuna di queste ha bisogno di essere "concretamente"
valorizzato, si può sperare che il bosco non "bruci", in senso reale e
metaforico.
Più che all'impiego dei Canadair, è ad un'appropriata pianificazione
e gestione selvicolturale, che faccia propri i risultati della migliore ricerca
scientifica, che dovrebbe essere affidata la speranza di poter conservare i nostri boschi,
in modo da trasmetterli intatti o migliorati alle future generazioni; facendo anche sì
che essi possano essere fonte di reddito per i proprietari, occasione d'occupazione e
dispensatori di grandi benefici per tutti noi.
Marco Borghetti
Cattedra di Ecologia Forestale
Università della Basilicata
Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia forestale
(borghetti@unibas.it)
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1° Riunione del Gruppo di Lavoro S.I.S.E.F.
"Effetti dell'inquinamento sugli ecosistemi forestali"
Aula Magna Facoltà di Agraria
Piazzale delle Cascine
Firenze, 30 Ottobre 1998
EFFETTI DELL'INQUINAMENTO SUGLI ECOSISTEMI FORESTALI
IN ITALIA: STATO DELL'ARTE DELLA RICERCA
Ore 9,30 |
Apertura dei lavori |
|
Paoletti E.,
CNR Firenze |
Ore 9,40 |
Possibili trend di deposizioni
acide: l'esperienza toscana |
|
Pantani F.,
Univ. Firenze |
Ore 10,00 |
Analisi delle acque e carichi
critici |
|
Tartari G., Balestrini R.,
CNR Brugherio, Milano |
Ore 10,20 |
L'inquinamento dei suoli |
|
Ugolini F.,
Univ. Firenze |
Ore 10,40 |
La decomposizione della sostanza
organica |
|
Virzo de Santo A.,
Univ. Federico II, Napoli |
Ore 11,00 |
Insetti ed alterazioni degli
ecosistemi forestali dovute ad immissioni |
|
Battisti A.
Univ. Padova - Tiberi R. Univ.
Firenze |
Ore 11,20 |
Relazioni tra inquinanti e funghi
patogeni |
|
Capretti P., Univ. Firenze |
Ore 11,40 |
Effetti dell'inquinamento
atmosferico su specie forestali in area mediterranea |
|
Manes F.,
Univ. La Sapienza, Roma |
Ore 12,00 |
Relazioni tra inquinamento e
deperimento forestale |
|
Bussotti F., Grossoni P.,
Univ. Firenze |
Ore 12,20 |
La riproduzione artificiale dei
sintomi |
|
Lorenzini G.,
Univ. Pisa, Paoletti E., CNR
Firenze |
Ore 12,20 |
Il monitoraggio |
|
Ferretti M.
Linnaea Ambiente, Firenze |
|
|
Ore 14,30 |
Il monitoraggio dell'ozono in
ambiente forestale alpino |
|
Ballarin-Denti A.
Univ. Milano |
Ore 14,50 |
Licheni e briofite come
bioindicatori in ecosistemi forestali |
|
Loppi S., Bonini I., De Dominicis V.,
Univ. Siena |
|
|
Ore 15,30 |
Assemblea del Gruppo di Lavoro |
17,30 |
|
PER INFORMAZIONI ED ADESIONI:
Coordinatore Gruppo di Lavoro
Dr. ssa Elena
Paoletti
Istituto Patologia Alberi Forestali - CNR
Piazzale delle Cascine 28, 50144 Firenze
Tel 055.360546/368918/3288274
Fax 055.354786
E-mail e.paoletti@ipaf.fi.cnr.it
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Cari amici,
trasmetto l'articolo che ho inviato alla stampa, non so con quanto successo finale,
relativo al recente decreto del Ministero dei LL.PP. con il quale i lavori di arredo verde
urbano, di ripristino ambientale vengono assimilati tout court a quelli di "movimento
terra". Le conseguenze ve le lascio solo immaginare. Credo valga la pena diinformare
tutti i soci SISEF di queste ennesimo errore che non facilita l'azione di chi crede nella
necessita ' della difesa del nostro territorio.
Grato per lo spazio che vorrete dedicare a queste mie note.
Saluti cordiali.
Dr Ettore Bonalberti
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Considerazioni relative al decreto del ministero dei lavori pubblici n.304 del 15.5.98:
"Regolamento concernente la nuova tabella delle categorie di
iscrizione all'Albo nazionale dei costruttori"
Sulla G.U. del 24 Agosto u.s., con una certa sorpresa ( stante la
tuttora aperta questione della revisione delle iscrizioni all'ANC) e' stato pubblicato il
decreto ministeriale n.304 del 15.5.98, il quale, in sostituzione dell'attuale sistema di
classificazione delle imprese, stabilisce un diverso criterio di classificazione delle
categorie di lavori, passando dalle 20 categorie e 39 articolazioni attuali alle nuove 11
categorie generali e 23 specializzate.
Tali novità sono entrate in vigore a partire dall'8 Settembre c.a.,
anche se dette categorie sono e saranno inservibili sino a quando non verra' completata
l'altra riforma, quella generale di tutto l'Albo costruttori.
Assai piu' razionale ed opportuno sarebbe stato, dunque, giungere alla
contestuale pubblicazione di entrambi i due provvedimenti : modifica delle categorie e
riforma generale dell'albo nazionale dei costruttori.
Cio' non si e' verificato, mentre immediate sono giunte da piu' parti
alcune rilevanti critiche al nuovo provvedimento.
Infatti con un autentico colpo di mano, un settore che si riteneva e si
ritiene essenziale caratterizzare per la propria specificità, quale quello inerente agli
interventi di "ingegneria naturalistica", e' stato di fatto annientato con
l'avvenuta assimilazione nella "Declaratoria delle categorie di opere
specializzate", Categoria S1 nella quale sono state accorpate tutte le lavorazioni
inerenti: "movimento terra, demolizioni, sterri, sistemazione agraria e forestale,
verde pubblico e relativo arredo urbano".
E' appena il caso di sottolineare che una tale decisione comporterà,
accanto ad una grande confusione, un gravissimo danno economico a tutto quelle imprese
operanti nel settore delle sistemazioni agrarie e forestali e , piu' in generale,
nell'esecuzione di opere di ingegneria naturalistica.
Infatti esistono nel nostro Paese numerose e qualificate ditte
specializzate nel settore del recupero a verde e dei ripristini ambientali con tecniche di
bioingegneria che non hanno nulla a che spartire con le grosse ditte operanti nei lavori
di movimento terra.
Sono assai frequenti, anzi, i casi in cui sono proprio le ditte
specializzate negli interventi di bioingegneria che debbono provvedere al recupero
paesaggistico e funzionale di aree e/o porzioni di territorio deturpate dagli interventi
di movimento terra: tecnologie estremamente semplificate ed hard quelle di movimento terra
rispetto alle piu' sofisticate e specialistiche tecniche di bioingegneria proprie delle
prime.
Semmai la logica che doveva presiedere alla nuova classificazione,
avrebbe dovuto garantire alle ditte iscritte all'ex cat.11 dell'ANC (lavori di
sistemazione agraria, forestale e di verde pubblico) di poter eseguire quei lavori propri
della categoria 1 (lavori di terra con eventuali opere connesse in muratura e cemento
armato di tipo corrente-demolizioni e sterri). Basterebbe al riguardo considerare
l'esempio classico di un lavoro proprio della cat.11, vale a dire la costruzione di
un'area verde attrezzata, quale ad esempio un parco pubblico.
Per un 'opera di tale tipo, circa il 70% delle opere e' costituito
dalla fornitura di piante, arbusti, allestimento di fioriere, semina di prati, ecc..mentre
il rimanente e' costituito dalla costruzione di piste pedonali, costruzione di cordoli di
contenimento delle aiuole, creazione di piccole colline e talvolta bonifica vera e propria
dell'area interessata dall'intervento (spesso, come e' noto, un'area verde viene costruita
su vecchi piazzali industriali dismessi, quando non addirittura su vecchie discariche di
inerti). Che tutto cio'possa essere ridotto e/o assimilato al mero movimento terra lascia,
per lo meno, alquanto perplessi.
E' evidente, infatti, che in simili interventi la competenza specifica
di ditte specializzate nel "movimento terra", non ha nulla a che vedere con le
necessarie tecnologie di tipo leggero ed estremamente qualificato che tali interventi
richiedono.
Insomma e' evidente che, mentre l'utilizzo di macchinari, attrezzatura
e conoscenze proprie dei lavori di movimento terra (escavatori, pale gommate, mezzi
d'opera in genere, costruzione di piste ciclabili o pedonali, movimentazione di terra
ecc..) sono d'uso corrente per le ditte iscritte all'oramai ex cat. 11 dell'ANC; nel caso
delle ditte di movimento terra (le quali per loro natura eseguono opere anche di grandi
dimensioni nel comparto delle costruzioni civili, industriali ed agrarie) sono proprio
esse che, almeno sino ad ora, hanno lasciato alle ditte specializzate dell'ex Cat. 11
dell'ANC, il compito di eseguire gli interventi di armonizzazione funzionale e
paesaggistica.
Non va poi dimenticato che le ditte specializzate nel settore degli
interventi di cui all'ex art.11 dell'ANC sono le uniche che, sin qui, hanno cercato di
adottare tecnologie specializzate nel campo biogenetico, per quanto attiene la scelta
delle sementi che andra' sempre piu' finalizzata verso la difesa della biodiversità
forestale ed arbustiva e, quindi, delle specie autoctone, reclamando una serie di
conoscenze e di competenze botaniche, floristiche e forestali del tutto estranee, per lo
piu', alla cultura ed alla curva di esperienza delle imprese del comparto piu'
tradizionale del movimento terra.
E tutto cio' appare tanto piu' grave, nel momento in cui il nostro
Paese, con l'avvenuta sottoscrizione della convenzione per la difesa della biodiversità,
dopo UNCED'92 di Rio, si e' assunto una serie di impegni e si accinge a varare il Piano
nazionale della biodiversità, nel quale un peso specifico verra' proprio assegnato al
tema della difesa delle specie forestali ed arbustive autoctone delle diverse realtà
regionali. Il che, tra l'altro, comporterà non poche innovazioni anche in materia di
applicazione delle norme sul VIA (Valutazione di impatto ambientale) le quali,
attualmente, sostanzialmente prescindono da considerazioni relative alla difesa biologica
e biogenetica.
Tutto cio' reclama e reclamerà una sempre piu' spinta
specializzazione, mentre con l'improvvida scelta di omologazione al ribasso compiuta, si
va esattamente nella direzione opposta, con il bel risultato che finirà come sempre con :
" il pesce piu' grande che mangia il piu' piccolo".
Qui, come nell'economia monetaria, finirà ancora una volta per valere
la legge di Gresham per cui: " la moneta cattiva scaccia quella buona" e le
imprese che sino a ieri erano fortemente impegnate nei lavori di movimento terra, senza
alcun'altra competenza specifica, potranno liberamente appropriarsi anche di quelli
interventi che reclameranno tecniche assai piu' sofisticate ed a rischio .
Forti, in virtu' dei consistenti importi delle lavorazioni di movimenti
terra sinora eseguiti, di elevati livelli di iscrizione all'albo, basterà che qualche
amministrazione pubblica "amica" elevi significativamente il livello di
iscrizione minimo necessario per l'esecuzione dei lavori, per attribuire di fatto alle
imprese tradizionali del movimento terra il predominio pressoche' assoluto di tutto il
mercato cui si riferisce l'attuale categoria S1.
Anzi sara' sufficiente cumulare nei bandi ( ed oggi risulta addirittura
risulta obbligatorio, considerata l'avvenuta assimilazione in un'unica categoria dei
lavori di movimento terra con quelli piu' specializzati di sistemazione agraria e
forestale, verde pubblico e relativo arredo urbano) gli importi di tutti questi lavori per
espellere dalla partecipazione alle gare stesse proprio quelle imprese specializzate che
hanno sin qui effettuato gli interventi specifici di ingegneria naturalistica.
O scomparire o farsi assorbire dalle imprese di movimento terra: e',
dunque, questo il destino che gli estensori del decreto hanno pensato di preparare per le
imprese italiane specializzate negli interventi di ingegneria naturalistica?
Sarebbe questa la liberalizzazione dei mercati e la trasparenza che si
intende conseguire?
Con ogni probabilità c'é da ritenere che gli estensori del decreto di
cui trattasi, non abbiano tenuto conto delle conseguenze drammatiche che tali scelte da
loro effettuate comporteranno e già comportano per le piccole e medie imprese
specialistiche a tutto favore di quelle meno specializzate e piu' forti sul piano dei
fatturati e, dunque, dei limiti di iscrizione all'albo.
Ma, soprattutto, gli estensori del presente decreto non hanno tenuto
conto che nella maggior parte dei casi le ditte iscritte all'ex cat.11 dell'ANC erano e
sono ditte che eseguono lavori specializzati di ingegneria naturalistica con tecniche che
comportano conoscenze in campo ambientale, idraulico (specie quando trattasi di lavori di
difesa spondale e di rinaturalizzazione con tecniche bioingegneristiche) e/o addirittura
della biodiversità vegetale.
Infatti la lotta all'inquinamento genetico e la difesa della
biodiversità, concetti del tutto assenti nella cultura specifica del "movimento
terra", sono invece prerogative cardine in tutti i piu' importanti interventi di
piantumazione, semina, riforestazione che si eseguono al fine di reintegrare
paesaggisticamente una grande opera infrastrutturale,come ad esempio negli interventi di
recupero nelle opere relative ai grandi tracciati autostradali,ferroviari, pipeline ecc..
Insomma in questi casi si richiede una specializzazione che, l'avvenuta
omologazione delle opere specialistiche a quelle piu' generiche di "movimento
terra" tende di fatto ad annullare.
Ecco perche' si ritiene che la vecchia categoria 11 dovrebbe restare a
se stante come specifica categoria speciale, essendo tra l'altro l'unica delle 20
categorie che tratta specificatamente della sistemazione ambientale.
La proposta che, dunque,
in via principale, si intende
avanzare, a rettifica di quanto assai improvvidamente e' stato stabilito con il decreto in
oggetto, e' quella di creare una classificazione speciale per i lavori di sistemazione
forestale, verde pubblico , arredo urbano e di ingegneria naturalistica, cosi' come e'
stato gia' previsto per altre categorie. In tal modo troverebbero ragion d'essere tutte e
solo quelle ditte che fanno del recupero ambientale la loro principale attività economica
e si fornirebbe ai cittadini, privati ed enti pubblici, la miglior garanzia di vedere
realizzate opere di ingegneria naturalistica nel pieno rispetto delle fondamentali
esigenze di natura ecologica e per la stessa difesa della biodiversità.
In via del tutto
subordinata se proprio si volesse accomunare
l'ex categoria 11 ad un'altra, per ineluttabili esigenze di accorpamento ( e non sempre la
semplificazione e' origine e condizione di effettiva razionalizzazione) al fine di
semplificare l'Albo Nazionale dei Costruttori, l'unica categoria che per qualche verso e'
assimilabile ai lavori di sistemazione agraria e forestale, lungi dal poter essere quella
dei lavori di movimento terra, e' la categoria ex 10/b che tratta di lavori di difesa e
sistemazione idraulica, vale a dire lavori che normalmente vengono eseguiti per
sistemazioni spondali e che oggi vedono l'utilizzo di costruzioni bioingegneristiche(opere
miste di legname e pietrame, grate vive, coperture diffuse, ecc.) proprie dei lavori
specialistici di cui sopra.
Ettore Bonalberti
Coordinatore comitato tecnico scientifico di
ANARF (Associazione Nazionale delle Aziende Regionali delle Foreste)
Venezia, 8.9.98
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Incontro di studio su:
STRESS AMBIENTALI: DALLE FOGLIE AGLI ECOSISTEMI
Campobasso 20 ottobre 1998
Di seguito troverete il programma dettagliato dell'incontro di studio. Con l'occasione
vi informiamo che Dr. Bernard Genty (CNRS, Orsay-Parigi, Francia) terrà una serie di
lezioni per gli studenti presso il dipartimento SAVA di Campobasso sull'
USO DELLA FLUORESCENZA PER LO STUDIO DELLA FOTOSINTESI.
Inoltre mercoledì 21 ottobre Bernard terrà un seminario 'riassuntivo' delle lezioni
rivolto a tutti i colleghi. Si invita gli interessati sia all'incontro di studio che al
seminario di mettersi in contatto con Arturo Alvino (alvino@hpsrv.unimol.it) o con il
sottoscritto per ulteriori informazioni.
Cordiali saluti,
Mauro Centritto
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Incontro di studio su:
Stress ambientali: dalle foglie agli ecosistemi
Campobasso 22 ottobre 1998
Aula Didattica del Dipartimento SAVA
PROGRAMMA
10:00 Introduzione
10:15 Regulation of light Utilization for photosynthetic
electron transport
Bernard Genty (CNRS, Orsay-Parigi, Francia)
11:00 ruolo dei mitocondri negli stress ambientali
Salvatore Passarella (SAVA, Campobasso)
11:30 Resistenza del mesofillo alla diffusione della CO2 nelle
foglie
Giorgio Di Marco (IBEV, Roma) e Sebastiano Delfine (SAVA, Campobasso)
12:00 Pausa caffè
12:15 effetti degli stress ambientali sull'emissioni di isoprenoidi
Francesco Loreto (IBEV, Roma)
12:45 'Global Change' e crescita delle piante: effetti della limitata
disponibilità di acqua e nutrienti
Mauro Centritto (IBEV, Roma - SAVA, Campobasso)
13:15 Pausa pranzo
15:00 IMPATTO DELLO STRESS IDRICO SULLA CRESCITA DELLE FORESTE: EFFETTI
COMBINATI SUGLI SCAMBI GASSOSI ED ALLOCAZIONE
Federico Magnani (IMGPF, Firenze)
15:30 effetto dello stress idrico sullo sviluppo dell'apparato radicale:
conseguenze ecologiche
Donato Chiatante (SAVA, Campobasso)
16:00 Pausa caffè
16:15 DiscussionE generale
Comitato Organizzatore
Arturo Alvino, Mauro Centritto
Università degli Studi del Molise, Campobasso
( 0874 - 404676,
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Recensioni
(a cura di F. Magnani)
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Landsberg J.J. e Gower S.T. 1997.
Applications of Physiological Ecology to Forest Management.
Academic Press, San Diego
Profilo dell'opera
La gestione forestale nella sua complessità richiede conoscenze derivate da molteplici
discipline. Sempre più risulta chiaro che la funzionalità degli alberi che compongono la
foresta ha un impatto decisivo sulle possibilità di successo di qualsivoglia forma di
gestione. È quindi importante che il selvicoltore basi la sua azione sulla corretta
comprensione dei meccanismi biologici di base che nel loro insieme determinano la crescita
della pianta.
Questa opera si prefigge di dimostrare come l'autoecologia costituisca un fondamento
indispensabile per una gestione forestale efficace e sostenibile. L'Autore tratteggia le
possibili applicazioni dei più recenti strumenti di ricerca autoecologica per la
pianificazione e la gestione degli ecosistemi forestali e passa in rassegna i modelli di
crescita forestale di uso più diffuso, valutandone il valore e le prospettive.
L'Autore
J.J. Landsberg è stato a capo di un Istituto di ricerca inglese, la Long Ashton
Research Station, occupandosi in particolare di ricerca forestale autoecologica.
Nel 1981 fu nominato Direttore della Divisione di Ricerche Forestali dell'australiano
Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO). Attualmente il Dr.
Landsberg è a capo della ricerca del Centro di Meccanica Ambientale dello CSIRO.
Contenuti
Introduzione. Gestione forestale: livelli, decisioni ed impatti
Biomi forestali del mondo. Adattamenti delle specie alle condizioni ambientali. Biomi
forestali del mondo. Piantagioni forestali.
Architettura della chioma e microclima.
Architettura della chioma. Bilancio
energetico ed intercettazione della radiazione visibile. Scambi gassosi e di calore.
Effetti della topografia sul microclima.
Idrologia forestale e relazioni idriche degli alberi.
Il bilancio idrologico.
Idrologia di bacino. Relazioni idriche degli alberi e loro effetti sulla crescita.
Il bilancio del carbonio delle foreste.
Fotosintesi a livello di foglia e di
soprassuolo. Respirazione autotrofica. Efficienza di crescita. Produttività primaria
netta e produttività netta dell'ecosistema. Le foreste nel bilancio globale del carbonio.
Decomposizione e sostanza organica del suolo.
Accumulo di sostanza organica nel
suolo. La decomposizione della lettiera. Perdite di carbonio dagli ecosistemi forestali.
Gli effetti della gestione forestale sulla dinamica del carbonio del suolo. Ruolo del
carbonio del suolo nel bilancio globale del carbonio.
Il ciclo dei nutrienti. Nutrienti e capacità di scambio ionico dei suoli.
Distribuzione e ciclo dei nutrienti. Impatto di perturbazioni naturali ed antropiche sul
ciclo dei nutrienti.
Sviluppo del soprassuolo e modificazioni strutturali e funzionali.
Teoria delle
successioni. Modificazione della composizione specifica. Modificazioni funzionali.
Modificazioni nella produttività del soprassuolo e dell'ecosistema. Modificazioni nel
ciclo dei nutrienti.
Modelli funzionali. Modelli di crescita forestale. Modelli a livello di ecosistema.
Applicazioni di nuove tecnologie e conoscenze autoecologiche alla gestione forestale.
Sistemi
geografici di informazione (GIS). Telerilevamento. Applicazioni di GIS, telerilevamento e
modelli funzionali per la gestione forestale.
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Waring R.H., Running S.W. 1998.
Forest Ecosystems. Analysis at Multiple Scales.
II Edizione. Academic Press, San Diego
Profilo dell'opera
Questo libro presenta nuove tecniche e metodi di analisi per la comprensione degli
effetti e delle implicazioni di modificazioni climatiche, dell'inquinamento su ampia
scala, del fuoco e di altre perturbazioni che hanno un impatto globale su tutte le forme
di vita.
Nel fare questo cerca di dare una visione organica dei principali processi ecologici e
di fornire esempi che possano espandere l'orizzonte dell'analisi degli ecosistemi. I
concetti vengono illustrati con vari ausilii didattici: modelli, equazioni, grafici e
tabelle. Al fine di facilitare la comprensione e l'analisi, il libro include un CD-ROM
contenente esempi aggiuntivi ed il software Forest BGC.
Questa seconda edizione dà inoltre ampio risalto all'analisi a livello regionale e
globale, ed è stata arricchita di nuovi capitoli sul telerilevamento e sul monitoraggio
della chimica atmosferica.
Contenuti
L'analisi degli ecosistemi forestali a differenti scale spaziali e temporali.
Introduzione all'analisi dei cicli stagionali dell'acqua, del carbonio, dei nutrienti.
Introduzione alla estrapolazione nel tempo. Modificazioni nel tempo della struttura e
della funzionalità del bosco. Vulnerabilità e risposta degli ecosistemi forestali alle
perturbazioni.
Introduzione alla estrapolazione nello spazio ed ai modelli spazio-temporali. Metodi di
estrapolazione spaziale per applicazioni a livello di paesaggio e regione. Analisi
ecologica a livello di paesaggio e regione.
Il ruolo delle foreste nella ecologia a scala globale.
"Una riuscita sintesi ed un ottimo libro di testo sugli ecosistemi forestali. La
profondità e l'ampio respiro della loro sintesi sono ammirevoli e l'opera è ben
bilanciata. Questo libro costituisce un contributo importante."
Michael G. Ryan
USDA Forest Service, Fort Collins
"Forest Ecosystems è un compendio di conoscenze sul funzionamento delle
comunità forestali. Il libro sintetizza idee provenienti da svariati campi quali le
scienze forestali, l'ecologia, la geomorfologia, l'idrologia, la fisiologia, l'anatomia e
la fisica. Forest Ecosystems riesce a fondere tutte queste conoscenze in un tutto
coerente."
BioScience
"Costituisce un importante contributo alla comprensione della autoecologia, della
produttività, dei cicli dell'acqua e dei nutrienti e delle interconnessioni globali,
integrando i risultati delle ricerche nell'ambito dell'International Biological Program
(IBP) a Hubbard Brook e di un gran numero di studi indipendenti."
Journal of Forestry
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Report on 1998 Workshop of the
Italian Group of Terpenoid Researchers
Over the past few years recognition of the ecological importance of
terpenoids has increased enormously. These compounds are the largest group of plant
chemicals and terpenoid biosynthesis provides more opportunities to generate new products
than other pathways do. Numerous examples have revealed that terpenoids have multiple
effects, which contribute to community/ecosystems properties.
In July 1998, the 1st Workshop of the Italian
Group of Terpenoid Researchers in the National Research Council of Rome (CNR) was convened
to discuss the ecological functions of plant terpenoids as well as their commercial
applications. Francesco Loreto (CNR-Rome) chaired the meeting. The opening lecture by
Marco Michelozzi (CNR-Firenze) was appropriately devoted to briefly reviewing recent
aspects of the multiple ecological roles of terpenoids. Plant terpenoids serve primarily
as defence against insects and diseases as well as elicitors of antifeeding reactions in
some vertebrates. These substances attract insect pollinators and they are implicated in
pheromonal communication and in allelopathic interactions. Monoterpenes also play a role
in indirect plant defence at third-trophic-level interactions. The considerable
variability in mixtures of terpenes has been shown to be under strong genetic control and
such finding permits the use of terpenoids as biochemical markers to identify superior
trees.
Furthermore, volatile terpenes emitted from plants partecipate in
atmospheric chemistry. The global emission of both isoprene and monoterpenes is estimated
to be about the same as the total global methane emission. Lower terpenoids can react with
unstable reactive gases and may act as precursors of photochemical smog therefore indirectly
influencing community and ecosystem properties.
Paolo Ciccioli (CNR-Rome) presented a highly informative talk on the
contribution of terpenoid emission to ozone production and the different techniques to
quantify the biogenic emissions (bag enclosure and relaxed-eddy accumulation). Olav Csiky
(European Commission, Envinronment Institute-Ispra) spoke on seasonal fluctuations of the
emission factors and variability in terpenoid emissions among different Mediterranean
oaks. Knowledge about the response of the emission to environmental factors is
indispensable to elaborate models for forest canopy terpenoid emissions. Sebastiano
Delfine (University of Molise) and Francesco Loreto presented current progress in
physiological studies on the emission and on the role of isoprenoids in response to
abiotic stresses. Experiments have shown the dependence of terpene emission on light, CO2 and O2 concentrations and have indicated that
isoprenoids emitted from plants without storage structures are made from recently fixed
carbon. Terpene emission is temperature-dependent and thermal tolerance have been observed
by fumigating the leaves with isoprene and monoterpenes. Terpene synthesis might represent
a protective system for phosynthetic membranes and may have been evolved by plants to
counteract environmental stresses. Isoprenoids may serve also as protective compounds
against oxidative agents since terpenoids can remove radicals. However, although many
progress has been made in understanding terpene emissions, much more remains to be
learned.
Knowledge of the ecological roles of terpenes is of fundamental
importance for the ecology and management of forest as well as for commercial applications
in agroindustry and other related natural products industries. In recent years recognition
is increasing about the use of terpenoids as the basis for production of biodegradable
natural pest control agents and herbicides. Growing awareness of the public health
consequences of synthetic food additives has stimulated interest in the search for natural
healthy safe products and terpenoids have great potential as a source of food aromas and
preservatives. Enrico Casadei (FAO) gave an overview of international regulations for
natural products used as food additives. He explained that the division between natural
and synthetic food additive can not be considered as separated by a net mark; moreover,
"Specifications of Identity of Purity" for natural products are not easily
established since environmental factors can affect the chemical composition of the
product.
Franco Vincieri, the president of the Phytochemical Society of Italy,
gave an interesting talk on pharmacological properties of terpenoids. Since ancient times
great attention has been directed to the use of terpenoids as therapeutic agents.
Terpenoids are employed as anti-inflammatories, decongestants for the respiratory tract,
sedatives, carminatives, cardiotonic agents and anti-cancer compounds as taxol, a
diterpenoid from Taxus brevifolia. In addition, terpenoids provide enormous value
in cosmetics and in making perfumes.
The plenary session was followed by talks from voluntary speakers.
Various topics were presented. Rita Baraldi (CNR-Bologna) talked about variability in
biogenic emissions from different fruit trees during blossoming. Carlo Calfapietra and
Paolo de Angelis (University of Viterbo) presented preliminary results on biogenic
emission from plants of Quercus ilex growing in high CO2 environment. Rotundo (University of Campobasso) spoke on the effects that terpenoids
can have on plant-insect inter-relationships.
A very pleasant atmosphere characterized the workshop which succeded in bringing
together specialists from various fields. Discussions were very fruitful and a consensus
emerged on the need of cooperation between scientists whose interests range over various
disciplines for the best use of these natural products. The Workshop was supported by the
Italian Society of Sylviculture and Forest Ecology (SISEF) and the Phytochemical Society
of Italy SIF. The proceedings of the meeting will be available soon on the SISEF homepage:
http://www.dsa.unipr.it/~sisef/
Marco Michelozzi
CNR Research Fellow
IMGPF-CNR, v A. Vannucci 13 - 50134 Firenze
Tel. 055-461071, FAX 055-486604, e-mail michelozzi@imgpf.fi.cnr.it
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COST - EUROSILVA Working
Group I : Growth and Development
Advances on somatic embryogenesis in forest
trees
December 3rd-4th, 1998
in Orléans, France
Organising committee
Daniel Cornu, France
Marie-Anne Lelu, France
Station de Génétique, Physiologie et Amélioration des Arbres forestiers,
INRA-CRO, F- 45 160 ARDON France
tél. : 33 2 38 41 78 00 Fax : 33 2 38 41 78 79
Email : cornu@orleans.inra.fr ; lelu@orleans.inra.fr
The objective of this workshop is to promote discussions/exchanges
between participants. The different subjects (see below) will be introduced by invited
speakers (20 minutes) in order to open further discussions and eventually by short
presentations (5 minutes) by other participants.
Time Table for the workshop
Wednesday, December 2.
6:00 PM- 21:00 PM Registration Hotel Ibis, Orléans
Thursday, December 3.
8:00 AM Registration Hotel Ibis, Orléans
8:30 AM Welcome MA Lelu, ...
Marc Bonnet-Masimbert, ...
I. Physiological aspects of somatic embryogenesis in forest trees
I1. Induction of somatic embryogenesis :
9:00 AM Helly Haggman : Factors affecting the induction of
somatic embryogenesis in pine
9:20 Marc Paques
: Somatic embryogenesis from old conifers : a
way to speed up the best clones availability for fibre-culture.
9:40 Discussion Part I1.
10:00 COFFEE
I2. Proteins, markers of somatic embryogenesis :
10:30 Hélène David
: Germin-like proteins are apoplastic
markers of somatic and zygotic embryos of pine
10: 50 Pierre Coutos-Thévenot
:
11: 10 Discussion Part I2.
11:30 General Discussion (parts I1-I2)
12: 30 LUNCH
I3. Medium, hormonal analysis :
2: 00 PM Krystyna Klimaszewska : Manipulation of embryogenic
tissue water potential during somatic embryo maturation in conifers using Pinus strobus
as an example.
2:40 Philippe Label : Plant Hormones during hybrid larch and
walnut somatic embryogenesis
2: 40 Discussion part I3.
3:00 BREAK
I4. Informations from zygotic embryogenesis:
3: 30 Inger Hakman
: Zygotic embryogenesis can help somatic
embryogenesis
3:50 Nicole Michaux-Ferriere : Zygotic embryogenesis as a model
for somatic embryogenesis ? Some examples from tropical trees.
4: 10 Discussion part I4.
4:30 General Discussions
CONFERENCE DINNER
Friday, December 4.
II Towards an integration of somatic embryogenesis in a breeding program
and other applications
II.1. Genetic transformation :
8: 30 Josef Schmidt : Aspect of genetic transformation in
Quercus.
8: 50 Gilles Pilates :
An overview of conifers transformation
from embryogenic cultures
9: 10 David Clapham : Transformation of conifers by particle
bombardment
9: 30 Discussion part II.1
10: 00 COFFEE
II.2. Desiccation, cryopreservation :
10: 30 Marie-Anne Lelu : Dessiccation and cryopreservation in
conifers
10: 50 Bruno Florin
: Recent advances in long-term preservation
of coffee and cocoa genetic resources
11: 10 Discussion part II.2
11: 30 General discussions (parts II1- II2)
12: 30 LUNCH
II.3 Conformity:
2: 00 PM Jean-Luc Fourré : Somaclonal variation and somatic
embryogenesis in forest trees
2: 20 Jean-Luc Verdeil
: The mantled floral abnormality in oil
palm clones : hormonal and molecular approach
2: 40 Discussion Part II.3
3: 00 BREAK
II. 4. Clonal propagation of forest trees via somatic embryogenesis ?
3: 30 Krystyna Szczygiel : Role of somatic embryogenesis in
conservation of genetic diversity.
3: 50 Mike Becwar : Clonal propagation of pines via somatic
embryogenesis.
4: 10 David. Thompson
: Are we ready to integrate somatic
embryogenesis into European forestry ?
4: 30 Discussion part II.4.
5: 00 General Discussions
6:30 ADJOURN
For interested people, a visit of the INRA Station can be organised on
Saturday morning.
Accommodation and registration fees
Accommodation will be in the **Hotel IBIS, Orleans, located close to
the railway station and to the centrum of the city. Orleans is well connected to Paris by
train (1 hour from Paris Austerlitz, South West of Paris). The workshop activities will
take place in a conference room in the hotel. The expected conference fee for 2 days is
1200 FF (182 ECU) including half board (breakfast and lunch, not the dinner) and
registration. The price for an additional night (breakfast included) is about 330 FF (50
ECU). Dinner can be taken in the hotel or in restaurants down town.
People interested to attend this workshop have to contact the
organisators (D. Cornu or MA Lelu) in order receive the second annoucement for final
registration. If you are interested, please fill in the following pre-registration form
and send it back to us.
Dead line for your answer : October 9.
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PRE-REGISTRATION FORM :
for the COST - EUROSILVA Working Group I : Growth and
Development
Workshop 3-4 December 1998, Orleans France:
Advances on somatic embryogenesis in forest trees
I am interested to attend this wokshop and to receive the final registration form and
the definitive programme.
NAME :
Address :
Tel. :
Fax :
Email :
Working field :
I am interested in subject(s) : (use reference numbers of the Programme) :
I would like to give a short presentation (5 minutes) on :
Send as soon as possible and before October 9 to :
Daniel Cornu or Marie-Anne Lelu
Station de Génétique, Physiologie et Amélioration des Arbres
forestiers,
INRA-CRO, F- 45 160 ARDON France
tel. : 33 2 38 41 78 00 Fax : 33 2 38 41 78 79
Email : cornu@orleans.inra.fr ; lelu@orleans.inra.fr
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Il prossimo bollettino della SISEF è previsto per la metà di Novembre 1998.
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