ATTIVITA’ di RICERCA
Obiettivi programmatici della ricerca e della didattica
Concettualizzazione e metodologia.
Le tematiche della ricerca e della didattica si inquadrano nella ampia ottica del funzionamento
ambientale. Ogni ecosistema presenta una struttura, un funzionamento ed una vicenda temporale
per cui è fondamentale conoscere quale era la situazione ambientale pregressa di un territorio e
quali sono stati nello spazio e nel tempo gli interventi delle comunità umane che ne hanno trasformato
struttura e dinamica.
Il ricupero della “dimensione temporale” della dinamica ambientale è relativamente recente e
costituisce uno degli indirizzi più originali della moderna ecologia.
“Non è possibile tentare una analisi completa della situazione ecologica degli ecosistemi umani,
trascurando le situazioni che attraverso il tempo ne hanno in qualche modo modificato i caratteri di
naturalità” (Moroni, 1972).
Non può essere nemmeno trascurata l’analisi degli effetti negativi che già nella preistoria la gestione
umana del territorio ha prodotto sugli ecosistemi (Brotwell, 1971; Dimbleby, 1971).
Perciò ripensare le scoperte preistoriche ed archeologiche in una ottica di sistema ambientale,
integrando cioè lo studio tradizionale con lo studio dell’ambiente e delle relazioni tra ambiente e
culture (Environmental Archaeology), rappresenta uno degli indirizzi più avanzati di ricerche sul
passato.
La ricostruzione degli ambienti del passato, se da un lato è di aiuto alla comprensione ed al controllo
delle modalità con cui, anche oggi, l’interazione uomo-ambiente porta alla rottura degli equilibri
naturali, dall’altro, nella fase di transizione culturale che interessa anche il nostro Paese, diventa
base di informazione indispensabile per i gruppi interdisciplinari di progettazione ambientale.
Ricerca paleoecologica interdisciplinare: metodologia della ricerca paleoecologica.
L’analisi della vicenda temporale degli ecosistemi, e quindi l’indagine sulle culture del passato
e sulla loro relazione con l’ambiente, trova nella interdisciplinarità la più corretta e rispondente
metodologia di ricerca (tale metodologia è realizzata da anni nel lavoro di ricerca congiunta dell’Unità
di Paleoecologia umana del Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università di Parma e di varie
istituzioni nazionali ed internazionali).
Correlando tra di loro le acquisizioni delle ricerche paleoecologiche specialistiche si può ottenere un
quadro via via più completo del funzionamento della struttura, della dinamica e della evoluzione
degli ecosistemi naturali ed antropizzati.
Il metodo paleoecologico ha provocato, in sede storica, la revisione degli obiettivi della preistoria,
protostoria e storia, ed in sede applicativa la messa a punto di metodi e tecniche nuove: ha fatto
convergere in particolare le indagini su aspetti prima punto o poco curati quali quello ambientale
ed economico.
Alcune indicazioni descrittive del contenuto della didattica proposta nei differenti Corsi di
insegnamento e della conduzione delle indagini possono considerarsi la base operativa di questo
tipo di ricerche che permettono di investigare la storia dell’occupazione di una data area e nello
stesso tempo rendono possibile la ricostruzione della storia dell’impatto che l’occupazione umana
ha avuto sull’ambiente.
Questo comporta lo studio di diversi campi di indagine. Se ne indicano alcuni:
- studio di settlement patterns e ricostruzione delle popolazioni umane del passato.
Gli studi dei settlement patterns hanno da tempo trovato diffusione applicativa, pur nelle
differenti forme analitiche, anche in Italia dove è iniziato l’interesse per tale indirizzo di indagini,
che tendono alla ricostruzione dei diversi aspetti della vita in epoca preistorica e storica.
Numerose sono le tematiche utili a questo tipo di ricerca ma fondamentali sono: l’analisi
dell’aspetto economico, cioè rapporto tra la localizzazione dei siti ed ambiente con conseguente
analisi dell’utilizzazione della risorse; l’analisi dell’aspetto demografico, cioè numero, grandezza e
densità degli insediamenti per ottenere informazioni sulla situazione demografica, loro forma di
distribuzione nel territorio e densità nell’occupazione.
Negli studi dei settlement patterns si divide l’organizzazione spaziale in differenti livelli:
la distribuzione degli insediamenti in una intera regione; la distribuzione degli insediamenti in un
area (si ha una comunità); il numero e la distribuzione di unità/strutture in un insediamento; le
strutture singole, componenti fondamentali della vita economica e sociale intese come unità famigliare
(Hausehold); le microstrutture che in archeologia possono costituire un quinto livello.
Nello studio del livello della distribuzione dei siti in un area si analizzano in particolare dimensione,
densità, specializzazione e locational analysis. Nell’interno dei siti si studia forma, tipo e tecnologie
impiegate nella costruzione, pianta dell’insediamento, durata dell’occupazione. Se ciascun livello
sopra descritto necessita di strategie di lavoro, è evidente che per ottenere la distribuzione degli
insediamenti in un regione intera, è necessario sviluppare principalmente campagne di survey.
Integrando le campagne di survey con quelle di scavo ed attuando una ricerca organica nell’uno o
nell’altro a seconda dei casi, si potranno investigare correttamente i settlement patterns e superare
le difficoltà che solitamente si incontrano quando si è indagato un livello solo e non si è integrato
con i rapporti esistenti tra i vari livelli.
- ricostruzione delle economie del passato.
Ci si avvale degli studi che si interessano alla ricostruzione dei modi di produzione, consumo
delle risorse alimentari e delle altre risorse naturali, dei sistemi di scambio. In particolare si analizzano
questi aspetti:sfruttamento delle piante ed animali selvatici;coltivazione delle piante; allevamento
degli animali; sfruttamento di cave di selce e di giacimenti di minerali; produzione e commercio
della ceramica; sistemi di scambio e crescita economica.
- ricostruzione degli ambienti del passato.
Questo settore abbraccia studi che si interessano alla ricostruzione della struttura delle comunità
vegetali ed animali, delle condizioni climatiche, delle forme del paesaggio, dei suoli ed i loro relativi
cambiamenti nel tempo. Sono utilizzate rispettivamente le seguenti metodologie: per le comunità
vegetali, lo studio dei legni, frutti, semi, foglie, fitoliti e l’analisi dei pollini; per le comunità animali
lo studio delle ossa e dei molluschi; per la ricostruzione delle forme del paesaggio, le analisi
geomorfologiche e pedologiche.
Alle loro caratteristiche viene prestata notevole attenzione per valutare l’evoluzione delle
forme del paesaggio e l’impatto umano con l’ambiente, per l’interpretazione dei settlement patterns,
per valutare la potenzialità di utilizzazione a scopi economici delle diverse unità geomorfologiche e
pedologiche.
Da un punto di vista metodologico la ricerca paleoecologica si realizza in gruppi interdisciplinari
in grado di integrare tra loro le diverse inferenze fornite dalle indagini specialistiche effettuate
secondo le singole linee di ricerca sopra descritte.
Si può in tal modo sperare di giungere alla conoscenza delle relazioni ciclicamente dialettiche tra gli
adattamenti culturali alle condizioni ambientali locali ed ai nuovi modi di produzione del cibo.
E’ evidente allora che come lo studio di questo processo utilizza le teorie e le metodologie messe a
punto della moderna ecologia, così a loro volta i risultati dell’indagine in tale modo condotta,
possono servire come lettura del comportamento degli ecosistemi umani nel tempo.
Campagne di survey sistematici.
L’attività di survey (ricognizione di superficie) che permette l’individuazione di insediamenti
antichi (reconnaisance surveys) attraverso l’analisi delle tracce lasciate dall’uomo nel territorio, si
articola in diverse fasi.
La prima, preparatoria, consiste nella formulazione degli obiettivi della ricerca (problem oriented
research project), nello studio della cartografia, dei rilievi aereofotogrammetrici e nella raccolta di
tutte le informazioni disponibili sull’area interessata.
La fase del lavoro di campagna consiste nel sistematico esame delle superfici e nella raccolta del
materiale di interesse preistorico di superficie la cui ubicazione viene riportata in carta. L’ultima
fase è quella della registrazione e interpretazione delle informazioni. Le numerose campagne di
survey sistematici (in Italia: Calabria, Liguria, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli, Emilia, Sicilia,
Lombardia, Lazio; all’estero: Afghanistan, Giordania) hanno portato all’individuazione ed allo studio
di siti preistorici sconosciuti.
Ricerche sugli insediamenti neolitici in Calabria.
Il “Calabria Neolithic Project” ha indagato il sistema di settlement patterns ed economia di
sussistenza delle prime comunità agricole in quella regione. Con sistematiche campagne di survey
sono stati localizzati numerosi insediamenti neolitici mentre scavi condotti in siti contigui nella
Piana di Curinga (Catanzaro) hanno restituito la prima buona serie di strutture neolitiche nel
Mediterraneo Occidentale.
La ricerca include anche studi geomorfologici (ricostruzione della struttura ed evoluzione
geomorfologica dell’area); paleobotanici (ricostruzione dell’economia e dell’ecologia); petrografici
(studio dell’ossidiana proveniente dalle Isole Eolie e dei sistemi di scambio tra le isole ed il continente);
ed infine studi sul materiale ceramico.
In collaborazione con il Dept. of Anthropology della State University of New York at Binghamton (USA).
Ricerche sugli insediamenti dell’età del bronzo in Val Parma.
In Emilia sono noti numerosi siti ascrivibili alla cultura delle Terramare. Nell’ambito delle
ricerche paleoecologiche sull’età del Bronzo sono state condotte diverse campagne di survey nella
vallata del torrente Parma.
Gli scavi preistorici a Monte Leoni (Felino, Parma) e le indagini condotte a Torrechiara
(Langhirano, Parma) hanno fornito importanti informazioni sulle strutture abitative, economia,
tecniche di sfruttamento delle comunità vegetali ed animali, carryng capacity dell’ambiente, entità
e natura dell’impatto antropico ed infine sulla cultura materiale.
Studi di popolazioni animali nell’ambito di indagini paleoecologiche.
Lo studio delle popolazioni animali nell’indagine paleoecologica è importante perché i loro
resti consentono, oltre la ricostruzione dell’ambiente in cui vivevano, la ricostruzione del loro ruolo
nell’ alimentazione umana del passato. L’utilizzazione delle conoscenze della biologia di popolazione
permette la determinazione della specie, dell’ età e del sesso della fauna di cui le ossa sono i resti.
L’analisi del materiale osteologico rinvenuto, per esempio, nel sito di Monte Leoni (Felino, Parma)
ha rivelato la presenza preponderante di animali domestici (Ovis, Capra, Sus, Bos) rispetto agli
animali selvatici (Cervus,Capreolus).L’allevamento era quindi l’attività prevalente rispetto alla caccia
praticata sporadicamente. La maggioranza di caproovini nei confronti degli altri animali domestici.
Ricerche sul rapporto tra geomorfologia ed insediamenti antichi nei territori
di Parma e Piacenza.
Nell’ambito del progetto nazionale: “Ricerche sul rapporto tra insediamento e geomorfologia
nei territori di Parma e Piacenza”, la ricerca si è proposta di ricostruire i rapporti tra insediamento
umano e geomorfologia ,di analizzare gli aspetti paleoecologici e la struttura degli insediamenti.
In collaborazione con l’Istituto di Archeologia dell’ Università di Bologna e con il Dipartimento di Scienze della
Terra dell’ Università di Pavia.
Analisi di terrapieni (“Motte”, o “Castellieri”) di età preistorica e protostorica
nella pianura tra i fiumi Piave e Tagliamento.
La ricerca nella pianura veneta tra i fiumi Piave e Tagliamento, analizza le strutture di accumulo
artificiale emergenti. Molti di questi terrapieni, spesso chiamati “motte” o “castellieri” e con una
gamma di toponimi (“mutere” “culine”) originatesi dai medesimi etimi, presentano interesse
archeologico. L’indagine consente di interpretare, datare i differenti complessi, e progettarne il
recupero culturale. Obiettivo della ricerca è altresì il loro censimento attraverso una sistematica
campagna di ricognizione; lo studio dell’interazione tra ambiente ed insediamenti e la verifica sul
terreno della validità metodologica dell’analisi spaziale tra i siti.
In questa ottica va collocata la Mutera di Colfrancui (Oderzo, Treviso), il cui scavo ha
accertato la sua lunga e complessa storia: dall’iniziale accumulo in tempi paleoveneti, con la sepoltura
di un cavallo, al riutilizzo ed ampliamento, come sede di una fornace, in epoca romana.
In collaborazione con il prof. Marco Tonon del Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia.
Ricerche sui modelli di antropizzazione in paleoambienti di bacini vallivi in
Alto Adige.
Sono oggetto di indagine i processi di neolitizzazione dei terrazzi orografici della Val d’Isarco,
la costituzione di sistemi insediativi tra la tarda età del rame e l’età del bronzo, la distribuzione dei
siti e il loro collegamento in aree campione.
In collaborazione con la Soprintendenza Provinciale ai Beni Culturali di Bolzano-Alto Adige, Ufficio Beni
Archeologici.
Scavi preistorici nel sito denominato “Riparo del Santuario” a Lasino (TN).
Le campagne di ricerca e di scavo indagano le dinamiche di formazione ed evoluzione dei
paleoecosistemi e l’interazione tra processi antropici e naturali tra il III e il II millennio a.C.
Ricerche condotte in collaborazione con il Museo Civico di Rovereto (Trento).
Ricerche archeozoologiche su materiali faunistici dei siti preistorici e
protostorici del Trentino e dell’Alto Adige.
Studio di materiali provenienti dal Trentino (Lasino - Riparo del Santuario, Isera - Grotte di
Castel Corno) e dell’Alto Adige (Laion, Bressanone, Elvas, Sotciastel in Val Badia).
Ricerche condotte in collaborazione con la Soprintendenza Provinciale ai Beni Culturali di Bolzano-Alto Adige:
Ufficio Beni Archeologici.
Analisi etnoarcheologiche di insediamenti preistorici, protostorici e storici
in Campania e Calabria.
La ricerca si propone di continuare gli studi di vari fattori implicati nella ricostruzione delle
strutture abitative in Wattle and Daub.
La ricerca è condotta in collaborazione con il Maryland Historical Trust- Maryland (USA).
Studio di una raccolta naturalistica dei primi del 1900, donata al Museo di
Scienze Naturali dell’Università di Parma.
La ricerca, oltre allo studio dei materiali presenti nella raccolta, è incentrata sull’analisi dei
nessi esistenti tra il fenomeno del collezionismo naturalistico e lo studio scientifico del territorio. Le
vecchie collezioni vengono attualizzate alla luce delle necessità didattiche e formative all’interno
dell’Università.
In collaborazione con il Museo di Scienze Naturali dell’Università di Parma.p>
Partecipazione a campagne di ricerca e di scavo preistorico ed archeologico
in paleoecosistemi umani.
In collaborazione con istituzioni scientifiche nazionali ed estere si è partecipato attivamente a
campagne di ricerca e scavo preistorico ed archeologico. Si riporta di seguito un elenco.
- Doss Castelir di Bellamonte in Val Travignolo (Trento)
Gli scavi del “castelliere” hanno rivelato strutture dell’età del Bronzo ed una massicciata dell’età del
Ferro.
- Laghetti di Colbricon (Passo Rolle, Trento)
Le presenze di cacciatori-raccoglitori mesolitici ed i bivacchi su costoni rocciosi si riferiscono ad
attività venatorie stagionali.
- Riparo Tagliente in Valpantena (Monti Lessini, Verona)
Il riparo, ha restituito ricchissimi depositi litici e faunistici ascrivibili al paleolitico ed una sepoltura
epigravettiana.
- Grotte Verdi di Pradis (Clauzetto, Pordenone)
E’ stato riconosciuto un livello inferiore con orso speleo e scarsa industria litica; nei livelli superiori
l’industria epigravettiana si colloca in un ambiente di prateria alpina.
- Campegine (Reggio Emilia)
Il territorio di Campegine, Calerno e Castelnuovo Sotto è noto dal XIX sec. per i numerosi insediamenti
preistorici. Sono stati individuati nuovi siti neolitici, con abbondanti industrie.
- Fimon, Molino Casarotto (valle di Fimon. Arcugnano, Vicenza)
Gli scavi nel sito neolitico perilacustre hanno contribuito alla definizione dell’economia (raccolta dei
prodotti del lago, caccia, attività agricole e di allevamento).
- Bristje (Carso, Trieste)
L’abbondante materiale osteologico raccolto nelle brecce ossifere ha permesso la ricostruzione
paleoecologica dell’ambiente.
- Riparo Gaban (Martignano, Trento)
Nel riparo sono stati individuati vari livelli d’uso databili tra il mesolitico e l’età del Bronzo.
- S. Ilario d’Enza (Reggio Emilia)
Nell’attuale alveo del fiume Enza una forte erosione ha messo in luce un bosco affiorante ed un
deposito preistorico della tarda età del Rame.
- Vho’ di Piadena (Cremona)
I rinvenimenti di strutture d’insediamento del neolitico antico si collocano in un ambiente geografico
di piena pianura padana.
- Kandahar (Afghanistan)
Gli scavi sono stati effettuati nella vastissima area di rovine nella “Old Kandahar” importante sito
tra India e Persia, testimone di grandi civiltà dall’età del Ferro all’Islamico.
- Isernia, La Pineta
Il giacimento, tra i più antichi d’Europa, ha restituito abbondanti resti faunistici e un’industria litica
ascrivibile al Paleolitico Inferiore.
- Fagnigola (Azzano Decimo, Pordenone)
La stazione neolitica, importante per la sua posizione geografica tra Veneto e Carso, ha restituito
diversi “pozzetti”ricchi di ceramica, industria litica, fauna e carboni.
- Biverone (S. Stino di Livenza, Venezia)
Gli scavi in una area presso il fiume Livenza, hanno messo in luce una necropoli ad inumazione di
60 individui, probabilmete autoctoni ed appartenenti a popolazioni rurali d’epoca tardo antica e
alto-medioevale.
- Monte Nebo (Giordania)
L’area è il presunto luogo biblico della morte e sepoltura di Mosè. Gli scavi hanno, tra l’altro ,rivelato
una basilica ed il chiostro di un monastero.
- Madaba (Giordania)
Numerose aree scavate hanno restituito importanti strutture delle prime comunità cristiane.
- Alpe di Siusi (Bolzano)
Numerosi bivacchi mesolitici e frequentazioni di età protostorica e storica a sfondo pastorale fanno
da sfondo al Cionstoan, riparo sottoroccia datato al tardo paleolitico superiore.
- Plan de Frea (Val Gardena, Bolzano)
Nel sito, occupato da cacciatori-raccoglitori mesolitici è stata riconosciuta una struttura addossata
al riparo di un grande masso.
- Val Senales e aree limitrofe (Bolzano)
La ricerca di superficie si è proposta di ottenere dati sull’antropizzazione preistorica e sulla
distribuzione dei siti anche in rapporto al rinvenimento dell’ “Uomo del Similaun”.
- Sammardenchia di Pozzuolo (Udine)
Gli scavi, tuttora in corso, si accompagnano a ricerche di superficie che hanno evidenziato una
vasta area d’insediamento e di uso del territorio a fini agricoli nel neolitico antico.
- Mariano di Parma
Lo scavo ha evidenziato una serie di muretti di fondazione di una struttura di epoca romana.
Tesi di Laurea
FACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIA
Relatore Prof. Alessandro Bonardi
Vignola Maria Giuseppina (corr. Dott. M. Bernabò Brea)
L'attività di tessitura in area Terramaricola.
Perna Maria Vincenza (corr. Dott. M. Bernabò Brea)
Nuovi dati sul territorio di Parma nell'età del Bronzo: la terramara di Beneceto.
Rebonato Giulia (corr. Dott. U. Tecchiati e Prof. F. Pinnock)
Filatura e tessitura in Italia settentrionale dal Neolitico finale all'età del Bronzo recente.
Regola Elena Carlotta (corr. Dott. U. Tecchiati e Prof. F. Pinnock)
Le grotte di Castel Corno (Isera-TN). Cronologia e tipologia della cultura materiale nel quadro dell'antica età del bronzo dell'Italia Settentrionale.
Marani Andrea (corr. Dott. U. Tecchiati)
I culti in grotta nella preistoria e protostoria dell'Italia Settentrionale.
Zaffaroni Giulia (corr. Dott. U. Tecchiati e Prof. F. Pinnock)
Aspetto crono-tipologici della cultura materiale del Riparo del Santuario (Lasino - TN), saggio y, e interpretazione della stratigrafia.
Amadasi Emanuela (corr. Dott. U. Tecchiati e Prof. F. Pinnock)
La fauna del villaggio della media e recente età del bronzo di Sotciastel in Val Badia (BZ). Campagne scavi 1990-1991.
Mazzoni Simona (corr. Dott. U. Tecchiati e Prof. G. Bottazzi)
Offerte votive alle acque nella preistoria e protostoria europea. Stato delle ricerche.
Salvagno Lenny (corr. Dott. U. Tecchiati e Prof. F. Pinnock)
La fauna del sito dell'età del Bronzo di Sotciastel (Bolzano).
Sabattoli Lara (corr. Dott. U. Tecchiati)
Una capanna della media età del ferro scavata nel fondo Fischnaller a Laion (Bz).
Neri Alessandro (corr. Dott. U. Tecchiati)
L'insediamento del Bronzo finale di Bressanone Ð Via Monte Ponente (BZ) nel quadro del locale sistema insediativo.
Zanoni Alessandra (corr. Dott. U. Tecchiati)
Il popolamento dell'età del Bronzo e del Ferro nella Bassa Atesina. Alcuni casi di studio sul versante idrografico sinistro del fiume Adige tra Ora e Laives (BZ).
Bianchi Tristana (corr. Dott. U. Tecchiati)
Il Neolitico antico di Villandro- Plunacker (BZ) nel quadro del Neolitico antico dell'Italia settentrionale.
Correlatore
Torre Paolo (rel. Prof. P. Dall'Aglio)
Popolamento antico e geomorfologia nella Valle del Curone -G.I.S.-.
De Lisi Giulia Francesca (rel. Prof. P. Dall'Aglio)
Popolamento antico e geomorfologia nelle valli Ongina e Stirone
Fatibene Piera (rel. Prof. F. Pinnock)
Il Tofet. Un santuario fenicio-punico nel confronto tra Cartagine e Mozia.
Grande Fabiola (rel. Prof. F. Pinnock)
I santuari fenici e punici. Proposte per un confronto tra Oriente e Occidente: i casi di Mozia/Cappiddazzu e Sarepta.
Russo Elisabetta (rel. Prof. F. Pinnock)
La regalità ad Uruk. La nascita della cultura urbana in Mesopotamia.
Giannotti Pamela (rel. Prof. F. Pinnock)
Il periodo Neolitico in Siria settentrionale e l'impatto di Uruk.
Agosti Francesca (rel. Dott. M. Bernabò Brea)
La prima fase insediativa nella Terramare di Forno del Gallo-Beneceto (PR). Scavi TAV - lotto I / Settore Nord Ovest.
Venezia Adriana (rel. Prof. G. Bottazzi)
Insediamenti rupestri nella Basilicata medievale. L'area Materana tra il VI e il XIII secolo.
Garattini Chiara (rel. Prof. S. Santoro)
Sepolture rituali di feti e neonati nell'arco alpino dal IV sec. a.C. al IV sec d.C.
Cogliati Carla (rel. Dott. M. Bernabò Brea)
La terramara di Beneceto (PR): analisi distributiva del materiale finalizzata al riconoscimento di attività produttiva.
Stomeo Mariarosaria (rel. Prof. F. Pinnock)
Gli arredi palatini in Siria nell'età del bronzo e del ferro.
Piani Michele (rel. Prof. F. Pinnock)
Le armi in Siria e Palestina nell'età del bronzo.
Govi Elisa (rel. Prof. F. Pinnock)
La caccia reale: un'iconografia sovraregionale nel Vicino Oriente Antico.
Bailo Valentina (rel. Prof. G. Papagno)
Eugenio Turri: il viaggio di un geografo tra geologia, natura, paesaggio e storia.
Tesi in corso di svolgimento
Relatore Prof. Alessandro Bonardi
Valeri Marco (corr. Prof. U. Tecchiati)
Alcuni aspetti dei culti incentrati sull'uso del fuoco nell'età del Bronzo.
Mazzolari Lara (corr. Prof. U. Tecchiati)
Deposizioni secondarie nell'età del Rame e del Bronzo in Italia settentrionale e loro possibile significato alla luce dell'antropologia e dell'etnografia.
Battaioli Alessandra (corr. Prof. U. Tecchiati)
L'emergere del rito incineratorio nel neolitico e nell'età del Rame.
FACOLTA' DI SCIENZE MM. FF. NN
Relatore Prof. Alessandro Bonardi
Goslino Gian Carla
Analisi del materiale osteologico proveniente dall'abitato dell'età del Bronzo del Castellaro di Fragno (PR).
Marconi Stefano (corr. Dott. A. Riedel e Dott. U. Tecchiati)
I resti faunistici del sito del "Colombo di Mori" (TN) dell'età del Bronzo Antico.
Boselli Giuseppe (corr. Prof. V. Parisi)
Il collezionismo naturalistico esempio di una raccolta anonima dei primi del '900.
Giuliotti Silvia (corr. Dott. J. Tirabassi)
Ricerche archeologiche nel territorio del Comune di Bibbiano (Reggio Emilia).
Morici Francesca (corr. Prof. A. Bonazzi)
Minerali, rocce e manufatti in pietra di una collezione anonima dei primi del '900.
Curati Erika (corr. Dott. U. Tecchiati)
Resti faunistici di una raccolta anonima dei primi del '900. Determinazione e spunti per una valorizzazione a fini didattici e di ricerca.
Brindani Elena (corr. Prof. M. Tonon)
Ecomuseo Vajont: continuità di vita. Contributo ad un percorso di autoformazione.
Correlatore
Scarpa Giuliana (rel. Prof. P. Menozzi)
Ricerca paleoecologica a Monte Leoni: analisi del materiale osteologico.
Tesi in corso di svolgimento
Relatore Prof. Alessandro Bonardi
Fontana Alex (corr. Prof. U. Tecchiati)
Le grotte di Castel Corno presso Isera (Vallagarina), Trento), insediamento e sito funebre dell'antica età del Bronzo.
Botto Valerio (corr. Prof. U. Tecchiati)
Terrapieni preistorici nell'area tra i fiumi Piave e Tagliamento.
Groppi Francesco (corr. Prof. U. Tecchiati)
La fauna del villaggio della recente età del ferro di Laives-Reif (Bolzano).
Pubblicazioni
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BONARDI S. TECCHIATI U. - 2004 - Dalla camera delle meraviglie allo studio del territorio in provincia di Parma. L´esempio di una
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BONARDI S. TECCHIATI U. - Minerali, rocce e industria litica preistorica in provincia di Parma in una collezione naturalistica
anonima del secolo scorso. Ann.Mus.civ. Rovereto. Sez: Arch., St., Sc. Nat.Vol. 20. (in stampa).
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TECCHIATI U., BONARDI S. - Geräte aus Knochen und Geweih aus einer naturwissenschaftlichen namenlosen Sammlung der Provinz Parma und ihre Beziehungen zu anderen Fundkomplexen Norditaliens. Der Schlern.( in stampa )
BONARDI A. TECCHIATI U.- 2005 - Reperti di industria su osso e corno di etˆ protostorica conservati in una collezione anonima parmense. Acta Naturalia de lÕAteneo Parmense, vol. 41, nn.1/2.
BONARDI S., AMADASI M., TECCHIATI U.-2007- Nuove ricerche sulla fauna della media e recente etˆ del Bronzo di Sotciastel in Val Badia (BZ). Osservazioni sulle classi di etˆ del bue, in: Marconi S. & Tagliacozzo A. (a cura di), Attidel V congresso nazionale di Archeozoologia, Museo Civico di Rovcereto, Rovereto, pp. 1-5.
BONARDI S., SABATTOLI L., TECCHIATI U.-2007- Resti faunistici da una struttura della recente etˆ del Ferro di Laion Ð Wasserbuehel, in: Marconi S. & Tagliacozzo A. (a cura di), Atti del V Congresso nazionale di Archeozoologia, Museo Civico di Rovereto, Rovereto, pp. 6-10.
BONARDI S., TECCHIATI U., (c.d.s.) Nuove ricerche sul neolitico di Aica di fi (Bolzano). Studi Trentini di Scienze Storiche.