RICERCHE BIOLOGICHE ED ECOLOGICHE IN AMBIENTI ACQUATICI  
 
Coordinatore
Prof. Ireneo Ferrari
Tel. 0521. 905409
e- mail: ireneo.ferrari@unipr.it
Fax: 0521.905402

Collaboratori strutturati:
Dr. Giampaolo Rossetti
Giorgio Benassi

Collaboratori non strutturati:
Dr.ssa Sandra Sei
Dr.ssa Silvia Tavernini (dottoranda)

Corsi di riferimento:
Ecologia, Corso di Laurea in Scienze Naturali (Prof. I. Ferrari)
Idrobiologia, Corso di Laurea in Scienze Biologiche (Dr. G. Rossetti)
Ecologia delle acque interne, Corso di Laurea in Scienze Ambientali (Dr. G. Rossetti)
Idrologia e Idrobiologia, Corso di Laurea in Scienze Ambientali (Dr. G. Rossetti)

 
 
ATTIVITA’ di RICERCA

Laboratorio di Ecologia del Plancton lagunare e marino
(Ferrari I., Benassi G., Sei S.)

Ricerche sugli ecosistemi di transizione (lagune–mare) con particolare attenzione all’analisi dei popolamenti planctonici
Ricerche sui popolamenti planctonici, principalmente rivolte all’analisi della componente zooplanctonica, sono condotte da decenni nelle lagune costiere dell’alto Adriatico, in particolare nelle sacche del Delta del Po (Canarin, Scardovari e Goro) e nelle Valli di Comacchio. I temi più intensamente e continuativamente affrontati riguardano lo studio della biodiversità e delle funzioni ecologiche delle taxocenosi planctoniche e della loro variabilità in relazione sia alle dinamiche naturali (scambi di biomasse con il mare prospiciente, successione stagionale) sia ai più rilevanti fattori di impatto antropico. A questo fine sono state analizzate serie di dati ecologici raccolti nel corso di campagne di campionamento pluriennali.
Un settore di ricerche sviluppato con particolare cura riguarda l’analisi delle esperienze di messa a punto e validazione di descrittori e indicatori di qualità ambientale, di integrità e vulnerabilità degli ecosistemi di transizione.
I risultati di questi filoni di ricerca sugli ambienti di transizione sono frutto di un’attiva collaborazione con altri gruppi del Dipartimento, in particolare con le unità operative coordinate dal Prof. Antonietti, dal Prof. Viaroli e dalla Dott.ssa Gorbi.

Pubblicazioni

INNAMORATI M., FERRARI I., MARINO D, RIBERA D’ALCALA’ (Eds), 1990. Metodi nell’ecologia del plancton marino. Lint Trieste, Nova Thalassia, 11, 372pp.
COLOMBO G., FERRARI I., CECCHERELLI V.U., ROSSI R. (Eds), 1992. Marine Eutrophication and Population Dynamics. Olsen & Olsen, Fredensborg, 395pp.
VIAROLI P., PUGNETTI A., FERRARI I., 1992. Ulva rigida growth and decomposition processes and related effects on nitrogen and phosphorus cycles in a coastal lagoon (Sacca di Goro, Po River Delta). In: G. Colombo, I. Ferrari, V.U. Ceccherelli & R. Rossi (Eds) Marine Eutrophication and Population Dynamics. Olsen & Olsen, Fredensborg: 77-84.
PUGNETTI A., VIAROLI P., FERRARI I., 1992. Processes leading to dystrophy in a Po River Delta lagoon (Sacca di Goro): phytoplankton-macroalgae interactions. Sci. Tot. Environm. Suppl.: 445-456.
FERRARI I., AMBROGI R., BEDULLI D., RELINI G., VITALI R., 1993. Il Delta del Po: fattori di perturbazione ed effetti su struttura ed evoluzione delle comunità animali di ambienti acquatici. Acqua e Aria, 7: 742-746.
FERRARI I., CECCHERELLI V.U., NALDI M., VIAROLI P., 1993. Planktonic and benthic communities in a shallow water dystrophic lagoon. Verh. Internat. Verein. Limnol., 25 : 1043-1047.
CHRISTIAN R.R., FORÉS E., COMIN F., VIAROLI P., FERRARI I., 1993. Comparative network analysis of nitrogen cycling in several eutrophic coastal ecosystems. In: R. Guerrero & C. Pedrós-Alió (Eds.) Trends in Microbial Ecology. Spanish Society of Microbiology: 449-452.
CECCHERELLI V.U., FERRARI I., VIAROLI P., 1994. Ecological research on the animal communities of the Po River Delta lagoons. Boll. Zool., 61: 425-436.
VIAROLI P., BARTOLI M., BONDAVALLI C., FERRARI I., GIORDANI G., NALDI M., 1995. Produzione e decomposizione di Ulva rigida C. Agardh e crisi distrofiche in una laguna del Delta del Po (Sacca di Goro). Biol. Mar. Medit., 2, 2: 77-82.
SEI S., GAIANI V., FERRARI I., 1995. Evoluzione recente della struttura dello zooplancton in relazione ai cambiamenti di stato trofico della Sacca di Goro. Biol.Mar. Medit., 2, 2: 123-125.
SEI S., BONDAVALLI C., FALBO E., TRONCI L., GAIANI V., FERRARI I., 1996. Ciclo di ricerche a breve termine sullo zooplancton della Sacca di Goro durante un episodio estivo di distrofia. Biol. Mar. Medit., 3, 1: 622-624.
SEI S., ROSSETTI G., VILLA F., 1996. Variabilità a lungo termine delle zooplancton nel Delta del Po. S.It.E. Atti, 17: 471-474.
SEI S., ROSSETTI G., VILLA F., FERRARI I., 1996. Zooplankton variability related to environmental changes in a eutrophic lagoon in the Po Delta. Hydrobiologia, 329: 45-55.
CHRISTIAN R. R., FORES E., COMIN F., VIAROLI P., NALDI M. FERRARI I., 1996. Nitrogen cycling networks of coastal ecosystems: influence of trophic status and primary producer form. Ecological Modelling, 87: 111-129.
SEI S., INVIDIA M., GORBI G., FERRARI I., 1997. Studies on the copepod Acartia tonsa: temporal variations in the Sacca di Goro and preliminary observations on laboratory populations. Annual Report Robust, Eloise, Arcachon: 112-118.
SEI S., LICANDRO P., ZUNINI SERTORIO T., FERRARI I., 1997. Esperimenti su comunità con l’utilizzo di camere bentiche: cambiamenti nel comparto zooplanctonico. S.It.E. Atti, 18: 285-286.
SEI S., FERRARI I., GHION F., 1998. Monitoraggio delle condizioni ambientali delle Valli di Comacchio. Lo Zooplancton. In: Atti del Convegno Scientifico: Risanamento e tutela delle Valli di Comacchio fra conservazione ambientale e valorizzazione produttiva, Comacchio (FE), 25 settembre 1998. Laguna, Suppl. 5/98: 28-35.
SEI S., ROSSETTI G., VILLA F., FERRARI I., 1998. Studi di lungo termine dello zooplancton in due lagune del Delta Padano. In: Aspetti ecologici e naturalistici dei sistemi lagunari e costieri (M. Bon, G. Sburlino & V. Zuccarello Eds). Arsenale Editrice: 241-243.
SEI S., LICANDRO P., ZUNINI SERTORIO T., FERRARI I., 1999. Research on zooplankton in the Gulf of Rapallo. Chemistry and Ecology, 16: 75-93.
PATI A.C., CATINO F., SEI S., BELMONTE G., BOERO F., 2000. Seasonal variations and vertical distribution of the inactive meiobenthos; a preliminary approach to the ecology of sediment egg banks. Biol. Mar. Medit., 7,1: 713-714.
FERRARI I., ANTONIETTI R., BARTOLI M., GANDOLFI G., MARCHIANI C., NONNIS MARZANO F., SEI S., VIAROLI P., 2001. Regolazione ecologica e indicatori di vulnerabilità in sistemi di acque salmastre dell’Alto Adriatico (Delta del Po e valli di Comacchio). Biol. Mar. Medit., 8, 1: 441-451.
FERRARI I., ANTONIETTI R., MARCHIANI C., COLOMBI C., 2001.Valutazione del pregio conservazionistico di siti con lagune costiere inseriti nel database BIOITALY. S.It.E. Atti, 23: 67-77.
FERRARI I., 2001. Linee di ricerca e sistemi di monitoraggio per una gestione conservativa integrata delle zone umide. In: Progetto Wetlands. Gestione integrata di zone umide. Rapporto finale (M. Scarelli & G. Venturi Eds). Regione Emilia- Romagna: 191-200.
FERRARI I., COGNETTI G., 2003. Foreword of the special issue “Changes and biodiversity in transitional aquatic ecosystems along the Italian coasts”, Oceanologica Acta, 26,1, 147 pp.
FERRARI I., ROSSETTI G., TAJé L., VIAROLI P., 2003. Indicatori di qualità ambientale degli ecosistemi acquatici. In: I. Ferrari & G. Vianello (Eds) Un Po di acque. Insediamenti umani e sistemi acquatici del bacino padano. Diabasis: 117-132.

Ricerche sugli Ostracodi planctonici in Antartide e nello Stretto di Magellano
Il Dipartimento di Scienze Ambientali partecipa dal 1989 al Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (P.N.R.A) collaborando allo studio dell’Ecologia e Biogeochimica del Mare di Ross e dell’Oceano Meridionale.
L’Unità Operativa di Parma, composta da I. Ferrari e G. Benassi, in collaborazione con K.G. Mckenzie dell’Università di Melbourne (Australia), si occupa dello studio degli Ostracodi planctonici, piccoli organismi con un ruolo trofico importante nell’ecosistema oceanico.
Sono state condotte le seguenti campagne oceanografiche:
1987/88: Baia di Terra Nova
1989/90: Oceano Pacifico e Mare di Ross
1991 : Stretto di Magellano
1994/95: Zona marginale mare-ghiaccio nell’area del Mare di Ross
1996 : Stretto di Magellano (spedizione Italo-Cilena) “Processi di rigenerazione e scambi energetici in un’area altamente produttiva dello Stretto di Magellano: Paso Ancho”

Pubblicazioni

BENASSI G., NALDI M., McKENZIE K.G., 1992. Preliminary research on species distribution of planktonic Ostracods (Halocyprididae) in the Ross Sea, Antarctica. J. Crust. Biol. 12, 1:68-78.
BENASSI G., FERRARI I., GENTILE G., MENOZZI P., McKENZIE K.G., 1992. Planktonic Ostracoda in the Southern Ocean and in the Ross Sea: 1989-90 Campaign. Nat. Sc. Com. Ant. Ocean. Camp. 1989-90. Data Report, Part II:247-300.
NALDI M., BENASSI G., FERRARI I., MENOZZI P., McKENZIE K.G., 1992. Distribuzione degli ostracodi planctonici nella Baia di Terra Nova. Atti IX Congresso A.I.O.L., S. Margherita Ligure, 20-23 Novembre 1990:613-622.
BENASSI G., FERRARI I., GENTILE G., MENOZZI P., McKENZIE K.G., 1994. Ostracoda in zooplankton samples from the Straits of Magellan: 1991 cruise. Nat. Sc. Com. Ant. Ocean. Straits of Magellan. Cruise 1991. Data Report, Part III.
BENASSI G., FERRARI I., MENOZZI P., McKENZIE K.G., 1994. Planktic Ostracodes from the Antarctic and Subantarctic collected by the 1989-90 Italian Antarctic Expedition. Records of the Australian Museum., 46: 25-37.
BENASSI G., FERRARI I., MENOZZI P., ROSSI V., McKENZIE K.G., 1994. Distribuzione degli ostracodi planctonici in aree antartiche e subantartiche dell’Oceano Pacifico. Atti X Congresso A.I.O.L.:681-690.
FERRARI I., BENASSI G., SEI S., McKENZIE K.G., 1996. Planktonic Ostracods in the Ross Sea. CoNISMa Workshop internat. Ecologia del Mare di Ross (Antartide). Taormina 14-16 maggio 1996.
McKENZIE K.G., BENASSI G, FERRARI I., 1997. Amphipods, Mysids, Euphausiids, Chaetognaths, Ostracods. In Guglielmo L., A. Ianora (Eds), Zooplankton of the Straits of Magellan. Springer Verlag, Vol. 2:157-239.
McKENZIE K.G., FERRARI I., BENASSI G., 2000. Planktonic ostracoda in the Ross Sea: their distribution and associated environmental factors. In: Faranda F.M., L. Guglielmo, A. Ianora (Eds), Ross Sea Ecology. Italia Antartide Expeditions (1987-1995). Springer Verlag, Berlin :351-367
Tesi di laurea ultimate negli ultimi anni:
Maria Chiara Naldi (A.A. 1989-90): Studio della distribuzione degli Ostracodi planctonici nella Baia di Terranova (Mare di Ross, Antartide).
Giovanni Gentile (A.A. 1993-94): Distribuzione degli Ostracodi planctonici nell’Oceano Pacifico Meridionalee nello Stretto di Magellano.
Maria Chiara Magnani (A.A. 1997-98): Distribuzione degli Ostracodi planctonici nello Stretto di Magellano. Crociera oceanografica Italo-Cilena, marzo 1995.

Indagini ecologiche sugli Ostracodi planctonici nel sistema Eolie e bacini limitrofi e in Adriatico
Negli ultimi anni è stata affrontata l’analisi della composizione e della struttura della comunità zooplanctonica, con particolare riguardo alla taxocenosi ad Ostracodi nel Tirreno Meridionale (sistema Eolie e bacini limitrofi) con le campagne di ricerca EOCUMM94, EOCUMM95 e POP95. Nel 2000 sono state avviate ricerche sullo zooplancton, in particolare sulla componente a Ostracodi, nell’Adriatico meridionale nel quadro dei Progetti CoNISMa INTERREG Italia/Grecia, INTERREG I Italia/Albania e nel 2001 INTERREG II Italia/Albania.

Pubblicazioni

FERRARI I., BENASSI G., SEI S., ANGEL M.V., McKENZIE K.G., 1995. Mediterranean planktonic Osracoda in Italian waters, off the Islands of Panarea and Stromboli. In: F.M. Faranda (Ed), Caratterizzazione ambientale marina del sistema Eolie e dei bacini limitrofi di Cefalù e Gioia (EOCUMM94), Data Rep.:199-222. CoNISMa, X-press, Napoli.
FERRARI I., McKENZIE K.G., BENASSI G., SEI S., MAGNANI M.C., 1996. New data on Planktonic Ostracoda from Southern Italian Waters (Thyrrhenian Sea and Ionian Sea). in: Faranda F.M. & Povero R. (Eds.)Caratterizzazione ambientale marina del sistema Eolie e dei bacini limitrofi di Cefalù e Gioia (EOCUMM95), Data Rep. 255-296.
BENASSI G., FERRARI I., ROSSI V., SEI S., ANGEL M.V., McKENZIE K.G., 1998. Distribution and taxonomy of planktonic ostracods of the Eolian Islands (Mediterranean Sea). In: S. Crasquin-Soleau, E. Braccini, F. Lethiers (Eds), “What About Ostracoda!” 3éme Congrés Européen des Ostracodologistes. Paris-Bierville, France, 8-12 juillet 1996. Bull. Centre Rech. Elf Explor. Prod., Mém., 20 :3-25.

Laboratorio di Limnoecologia
(Rossetti G.)

Ricerche Idrobiologiche in ambienti limnici dell’Appennino Settentrionale e in altri distretti lacustri
A partire dagli anni ’50, diverse generazioni di ricercatori dell’Università di Parma hanno svolto indagini limnologiche in laghi dell’Appennino Settentrionale. Nell’ultimo decennio sono stati intrapresi nuovi studi di carattere idrobiologico su ambienti limnici d’alta quota nel corso dei quali sono stati raccolti ed analizzati dati geolitologici e dati relativi a parametri idrochimici indicatori di rischio di acidificazione; nello stesso tempo sono state effettuate determinazioni di parametri di stato trofico e prelevati campioni di zooplancton.
I laghi di vallate in cui prevalgono le arenarie ed è trascurabile il contributo delle rocce carbonatiche possono essere considerati a rischio di acidificazione: le loro acque hanno bassa conducibilità e debole potere tampone e sono caratterizzate da valori decisamente bassi sia della concentrazione ionica che del pH, soprattutto durante il disgelo primaverile e nei periodi di più intense precipitazioni piovose. Dalle analisi non sono emersi comunque processi di acidificazione in atto; è stata evidenziata invece la condizione di eutrofizzazione spinta che connota alcuni bacini artificiali e laghi appenninici soggetti a forte impatto turistico. Le principali linee di indagine sullo zooplancton sono mirate alla raccolta di dati sulla distribuzione di specie in laghi e pozze di numerose vallate appenniniche, all’analisi delle strategie riproduttive di microcrostacei in relazione alla tipologia e alle caratteristiche idrochimiche dei biotopi e inoltre allo studio della struttura clonale di popolazioni del cladocero Daphnia longispina e del copepode calanoide Mixodiaptomus kupelwieseri.
Il Lago Scuro Parmense, un piccolo lago di origine glaciale dell’Alta Val Parma caratterizzato da condizioni di spiccata naturalità, è stato scelto per uno studio limnologico di lungo termine. Nel 1986 è stato infatti avviato un programma di ricerche che è proseguito ininterrottamente dal 1989 al 1994 e quindi nel 1998. Questo programma prevede il rilevamento di parametri idrochimici e il campionamento dello zooplancton con frequenza da una a due settimane per tutto il periodo delle acque aperte (generalmente da maggio a novembre). I temi affrontati sono la definizione della “baseline variability” dei principali parametri idrochimici, l’analisi dei fattori abiotici e biologici che influenzano la successione stagionale dei popolamenti planctonici, lo studio della distribuzione verticale e delle migrazioni giorno-notte dello zooplancton, l’effetto del parassitismo fungino sul potenziale riproduttivo del copepode calanoide Eudiaptomus intermedius e lo studio delle Come detto, le ricerche condotte in Appennino Settentrionale hanno avuto come oggetto di studio soprattutto biotopi umidi permanenti e di maggiori dimensioni, mentre fino a tempi recenti solo un limitato interesse è stato rivolto ad ambienti di acque temporanee ed effimere. Le pozze astatiche sono piccoli avvallamenti del terreno che si riempiono d’acqua in seguito allo scioglimento nivale o nei periodi di più intense precipitazioni. In questi ambienti la composizione e la struttura delle biocenosi sono fortemente condizionate dalle repentine variazioni delle caratteristiche fisiche e chimiche delle acque dovute al ridotto volume degli ambienti e dall’alternanza, più o meno prevedibile, delle fasi di asciutta e di presenza di acqua. Fra gli ambienti temporanei, quelli presenti a quote più elevate risultano di estremo interesse da un punto di vista ecologico. La severità dei fattori ambientali e la composizione relativamente semplice dei popolamenti vegetali e animali rappresentano infatti condizioni particolarmente favorevoli per l’analisi dei processi coinvolti nel controllo e nell’evoluzione delle comunità biotiche. Nel 1999 è stata avviata una campagna di campionamenti in diverse vallate dell’Appennino Settentrionale per lo studio della distribuzione delle specie di calanoidi in relazione alle caratteristiche geolitologiche ed idrochimiche dei bacini.
Dalla primavera del 2000 un nuovo ciclo di ricerche ha riguardato l’analisi delle comunità planctoniche di laghi e pozze della Val Cedra, all’interno del Parco Regionale dei Cento Laghi. Questa area si caratterizza per una spiccata naturalità e per la ricchezza dei corpi d’acqua presenti, molti dei quali posti al di sopra della linea degli alberi. Nel complesso sono stati presi in considerazione una ventina di ambienti situati lungo un gradiente altitudinale compreso tra 1400 e 1800 m s.l.m. I primi risultati dimostrano che questi biotopi sono particolarmente interessanti da un punto di vista faunistico e biogeografico. Di particolare interesse è la presenza di due specie di anostraci ( Chirocephalus ruffoi e Tanymastix stagnalis), forme poco comuni in ambienti del versante nord dell’Appennino Settentrionale. La segnalazione di C. ruffoi in Val Cedra rappresenta il terzo ritrovamento dopo le popolazioni del Pollino in Calabria e del Rondinaio nell’Appennino Modenese. Negli ultimi anni ricerche limnologiche sono state svolte anche sui laghi d’alta quota del Parco Adamello-Brenta e del bacino dell’Avisio, sul Lago di Vico e sul Lago di Arreo (Spagna), promosse rispettivamente dal Museo Tridentino di Scienze Naturali, dal Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università della Tuscia e dal Departamento de Ecologia dell’Universidad Autónoma de Madrid. Infine, nell’ambito del Progetto Strategico “Clima, Ambiente e Territorio nel Mezzogiorno”, sono state studiate le caratteristiche idrochimiche e i popolamenti planctonici di ambienti lentici della Calabria.
Queste ricerche sono in collaborazione con: Pierluigi Viaroli e Marco Bartoli.

Indagini Ecologiche in ambienti acquatici di pianura
Gli ambienti acquatici marginali costituiscono elementi consueti del paesaggio fluviale padano. Si tratta di zone umide temporanee o di corpi d’acqua permanenti largamente influenzati dal regime idrologico, in particolare dagli effetti dell’esondazione. L’elevata diversità biologica che generalmente vi si ritrova è una risorsa a rischio di compromissione per l’eccessiva regimazione dell’alveo fluviale e per l’estendersi ed intensificarsi di azioni di pesante disturbo antropico. Lo studio di questi corpi d’acqua ha ricevuto notevole attenzione nel quadro delle ricerche di ecologia funzionale ispirate all’approccio “fiume-ambiente perifluviale”; in particolare si è indagato sul loro ruolo nella regolazione degli scambi tra il bacino scolante e il corso d’acqua principale visto come recettore terminale. Nel 1991 è stato avviato un ciclo di ricerche focalizzate anzitutto sull’analisi delle caratteristiche idrochimiche e idrobiologiche di queste tipologie di ecosistemi acquatici, per concentrarsi poi sull’individuazione di indicatori ecologici da utilizzare nella redazione dei piani delle attività estrattive e nella progettazione e gestione dei laghi di cava. Attualmente si stanno analizzando scenari gestionali basati sull’adozione di criteri multipli e di alternative che considerano anche il valore delle funzioni dell’ecosistema e del capitale naturale.
La sperimentazione è stata realizzata prevalentemente nel Lago di Isola Giarola, un bacino originatosi da una cava di sabbia e situato sulla riva destra del Fiume Po nel territorio del comune di Villanova sull’Arda (provincia di Piacenza). Le attività di campionamento, avviate nel settembre 1991, sono state condotte con cadenza circa mensile fino al dicembre 1995. Una nuova campagna di monitoraggio è iniziata nel 1997 ed è tuttora in corso. é stata acquisita una notevole mole di informazioni che hanno evidenziato l’elevato stato trofico delle acque del lago, un modesto deficit ipolimnico dell’ossigeno nel periodo estivo (che non sembra comunque compromettere la qualità complessiva delle acque del lago) e una notevole ricchezza e abbondanza di specie zooplanctoniche. Contestualmente alle ricerche sul lago di cava, sono stati studiati anche ambienti acquatici situati nella golena compresa tra la foce dell’Arda-Ongina e l’Ongina Morta, al confine tra le province di Parma e Piacenza, ai fini di una valutazione comparata della qualità ambientale dei corpi d’acqua della fascia perifluviale.
Dalla primavera del 2000 sono stati avviati nuovi programmi di indagini idrobiologiche su ambienti acquatici marginali della golena del Po a Casalmaggiore (Cremona) e sui fontanili della Pianura Padana. Nel 2001 le ricerche sono state estese anche a corpi d’acqua del Parco dell’Orba e del Po (Alessandria).
Queste ricerche sono in collaborazione con Pierluigi Viaroli, Marco Bartoli e Antonio Bodini.

Ricerche su Ostracodi non marini
E’ attualmente in fase di preparazione un database che raccoglie informazioni di carattere tassonomico, morfologico e biogeografico sugli ostracodi presenti nelle acque interne italiane. In collaborazione con altri ricercatori del Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università di Parma e del Departamento de Ecologia dell’Universidad Autónoma de Madrid è stata studiata l’ontogenesi e la variabilità genetica di popolazioni europee di Eucypris virens, specie tipica di pozze temporanee. Nella primavera del 2001 sono state avviate indagini sulla distribuzione dell’ostracodofauna in fontanili delle province di Parma e Piacenza.
Un’altra importante linea di ricerca riguarda lo della tassonomia e della sistematica dei Darwinulidae. Si tratta della sola famiglia ancora esistente della superfamiglia Darwinuloidea. Questo gruppo rappresenta circa il 5% della diversità specifica totale dell’ostracodofauna non marina ed è considerato, insieme ai rotiferi bdelloidei, l’unico gruppo di Metazoi strettamente asessuale. Mentre i rotiferi bdelloidei hanno ricevuto una notevole attenzione, i Darwinulidae sono rimasti virtualmente sconosciuti, nonostante questa linea sopravviva da 100 milioni di anni, o forse perfino da 200, senza riproduzione sessuale. Questa peculiarità biologica e la disponibilità di abbondanti record fossili fanno dei Darwinulidae un gruppo di straordinario interesse per lo studio dei tempi e delle modalità dei processi evolutivi.
La revisione tassonomica dei Darwinulidae pleistocenici e recenti, effettuata in collaborazione con Koen Martens (Brussel), ha comportato l’analisi di tipi depositati in collezioni di musei e centri di ricerca e di nuovi campioni raccolti in numerose località di diversi continenti. L’identificazione a livello specifico è stata fino a questo momento estremamente difficile o addirittura impossibile, soprattutto a causa della marcata uniformità morfologica e delle ridotte dimensioni dei rappresentanti di questo gruppo; le descrizioni tassonomiche reperibili in letteratura sono generalmente basate sulla morfologia delle valve e solo occasionalmente le parti molli sono state raffigurate con sufficiente precisione. Si è dunque proceduto alla completa ridescrizione di tutto il materiale acquisito; in alcuni casi dettagli con valore tassonomico di valve e appendici sono stati analizzati facendo ricorso alla microscopia elettronica. Numerosi tipi sono risultati perduti o danneggiati (per esempio, quando le valve sono conservate in glicerina alcuni dettagli della morfologia interna possono scomparire) e per alcune specie rimangono tuttora sconosciuti diversi caratteri.
La revisione della famiglia ha permesso di sinonimizzare diverse specie e sottospecie (quest’ultima categoria non è applicabile a linee esclusivamente clonali), di istituire tre nuovi generi ( Alicenula, Vestalenula e Penthesilenula), di confermare la validità dei due generi preesistenti ( Darwinula e Microdarwinula, entrambi monospecifici dopo lo spostamento di specie ad altri generi), di descrivere nuove specie ( A. inversa, V. molopoensis, V. danielopoli, V. flexuosa, V. marmonieri, P. aotearoa, P. kohanga) e due possibili nuove specie lasciate in nomenclatura aperta (V. spec. C e V. spec. D). Negli ultimi mesi è stata portata a termine la revisione del gruppo in Oceania. In particolare, è stata riportata la prima segnalazione di rappresentanti recenti della famiglia Darwinulidae per l’Australia ed è stata descritta una nuova specie ( V. matildae). In definitiva, la diversità specifica e sovraspecifica in questa linea asessuale appaiono essere più alte di quanto precedentemente ipotizzato. Inoltre in queste linee clonali è stata osservata una sorprendente stabilità interspecifica a livello morfologico, anche quando si confrontano esemplari raccolti in aree geografiche molto distanti tra loro. Ciò permette di definire “buone specie” da un punto di vista tassonomico, ma anche da un punto di vista evolutivo: le evidenze disponibili sostengono l’ipotesi dell’origine monofiletica di questo gruppo, anche se non è ancora possibile escludere completamente un’origine polifiletica.
La revisione tassonomica basata su esemplari recenti è stata utilizzata anche per facilitare l’interpretazione della fauna fossile e ricostruire le relazioni sistematiche e filogenetiche all’interno della famiglia. Il primo risultato è l’assegnazione di esemplari del Cretaceo inferiore (Purbeckian) al genere Alicenula; nei fossili analizzati non è stata riscontrata alcuna indicazione di dimorfismo sessuale nella morfologia delle valve.
Un’ulteriore linea di indagine sui Darwinulidae, svolta in collaborazione con Isa Schön (Brussel), ha riguardato il confronto dell’analisi basata su dati morfologici con quella basata su dati molecolari. In particolare ci si è proposti di definire con un sufficiente grado di accuratezza la scala temporale entro cui hanno avuto luogo gli eventi di speciazione in questo gruppo di “ancient asexuals”, caratterizzati da una velocità di evoluzione eccezionalmente bassa.
La revisione tassonomica ha permesso di affrontare anche altre problematiche - in buona parte ancora controverse - della storia evolutiva e della biologia dei Darwinulidae, come le modalità di colonizzazione e aspetti (paleo)biogeografici. Ad esempio, benchè non siano emerse indicazioni di tipo fisiologico o ecologico che possano giustificare differenze nei meccanismi di dispersione tra i diversi generi, questo studio ha evidenziato un elevato tasso di endemismo e una diversità specifica relativamente alta nel genere Vestalenula, mentre specie appartenenti ad altri generi (come Darwinula stevensoni, Microdarwinula zimmeri, Penthesilenula brasiliensis) hanno una distribuzione intercontinentale.

Pubblicazioni

PARIS G., G. ROSSETTI, G. GIORDANI, C. MANZONI, I. FERRARI. 1993. Plankton seasonal succession in a small mountain lake (Lago Scuro Parmense, Northern Italy). Verh. Internat. Verein. Limnol. 25:776-779.
VIAROLI P., I. FERRARI, G. PARIS, G. ROSSETTI, P. MENOZZI. 1994. Limnological research on Northern Apennine lakes (Italy) in relation to eutrophication and acidification risk. Hydrobiologia 274:155-162.
ROSSETTI G., B. DUSSART, P. VIAROLI. 1996. Finding of the calanoid copepod Eudiaptomus gracilis (Sars) in perifluvial environments of the Po River. Mem. Ist. ital. Idrobiol. 54:51-59.
FERRARI I., G. ROSSETTI, P. VIAROLI. 1996. Lakes of the mediterranean basin. In: Morillo C., J.L. Gonzalez (eds), Management of mediterranean wetlands. Ministerio de Medio Ambiente, Madrid, vol. 2: 23-50.
ROSSETTI G., K. MARTENS, P. MOURGUIART. 1996. On Darwinula incae Delachaux. Stereo-Atlas of Ostracod Shells 23:35- 40.
ROSSETTI G., K. MARTENS. 1996. Redescription and morphological variability of Darwinula stevensoni (Brady & Robertson, 1870) (Crustacea, Ostracoda). Bull. K. Belg. Inst. Natuurw. Biol. 66: 73-92.
SEI S., G. ROSSETTI, F. VILLA, I. FERRARI. 1996. Zooplankton variability related to environmental changes in a eutrophic coastal lagoon in the Po Delta. Hydrobiologia 329:45-55.
VIAROLI P., G. ROSSETTI, E. PEDRELLI. 1996. Riverine wetlands of the Po Valley. In: Morillo C., J.L. Gonzalez (eds), Management of mediterranean wetlands. Ministerio de Medio Ambiente, Madrid, vol. 2: 275-294.
MARTENS K., G. ROSSETTI, R. FUHRMANN. 1997. Pleistocene and Recent species of the family Darwinulidae Brady & Norman, 1889 (Crustacea, Ostracoda) in Europe. Hydrobiologia 357:99-116.
MARTENS K., G. ROSSETTI. 1997. On two new species of Darwinula Brady & Robertson, 1885 (Crustacea, Ostracoda) from South Africa dolomitic springs. Bull. K. Belg. Inst. Natuurw. Biol. 67:57-66.
MARTENS K., G. ROSSETTI, A. BALTANÁS. 1998. Reproductive modes and taxonomy. In: Martens, K. (ed.), Sex and Parthenogenesis: Evolutionary Ecology of Reproductive Modes in Non-Marine Ostracods. Backhuys Publ., Amsterdam, :197-214.
MARTENS K., G. ROSSETTI, W. GEIGER. 1998. Intraspecific morphological variability in limbs. In: Martens K. (ed.), Sex and Parthenogenesis: Evolutionary Ecology of Reproductive Modes in Non-Marine Ostracods. Backhuys Publ., Amsterdam, :143-155.
ROSSETTI G., W. HAMZA, G. PARIS. 1997. Zooplankton grazing activity and algal food electivity in a mountain lake. S.It.E. Atti 18:147-150.
MARTENS K., G. ROSSETTI. On the Darwinulidae (Crustacea, Ostracoda) from Oceania, with the description of Vestalenula matildae n.sp. Submitted to Invertebrate taxonomy.
ROSSETTI G., D.J. HORNE, K. MARTENS. 1998. On Darwinula stevensoni Brady & Robertson. Stereo Atlas of Ostracod Shells 25(4):17-22.
ROSSETTI G., K. MARTENS. 1998. Taxonomic Revision of the Recent and Holocene representatives of the Family Darwinulidae (Crustacea, Ostracoda), with a description of three new genera. Bull. K. Belg. Inst. Natuurw. Biol. 68:55-110.
ROSSETTI G., S. EAGAR, K. MARTENS. 1998. On two new species of the genus Darwinula (Crustacea, Ostracoda) from New Zealand. Ital. J. Zool. 65:325-332.
ROSSI V., G. ROSSETTI, M. BENATTI, P. MENOZZI, I. FERRARI. 1998. Ephippial eggs and dynamics of the clonal structure of Daphnia longispina (Crustacea: Cladocera) in a mountain lake (Lago Scuro Parmense, Northern Italy). Arch. Hydrobiol. Spec. Issues Advanc. Limnol. 52:195-206.
ROSSETTI G., K. MARTENS. 1999. Contribution to taxonomy and distribution of the genus Vestalenula ROSSETTI & MARTENS, 1998 (Crustacea, Ostracoda, Darwinulidae), with the description of two new species. Bull. K. Belg. Inst. Natuurw. Biol. 69:57-66.
BALTANÁS A., M. OTERO, L. ARQUEROS, G. ROSSETTI, V. ROSSI. 2000. Ontogenetic changes in the carapace shape of the non-marine ostracod Eucypris virens (Jurine). Hydrobiologia 419:65-72.
ROSSETTI G. 2001. Copepoda: Calanoida. Diaptomidae: Paradiaptominae (book review). Hydrobiologia 448:243-244. VIAROLI P., I. FERRARI, G. ROSSETTI. Long-term limnological research in a quarry lake of the Po River, Italy. Proc. XXVIII SIL Congress, Melbourne, Australia, 4-10 February 2001.
ROSSETTI G., E. FRATTA, F. TIRENI, S. VIGLIOLI (in press). Impact of a fungal parasite on the reproductive potential of the freshwater calanoid Eudiaptomus intermedius. Proc. XXVIII SIL Congress, Melbourne, Australia, 4-10 February 2001.
MURA G., G. ROSSETTI. 2002. On the rediscovery of Chirocephalus ruffoi COTTARELLI & MURA, 1984 from temporary pools of the Secchia and Panaro Valleys (Tuscan-Emilian Apennines, Northern Italy). Crustaceana 75(8): 969-977.
MARTENS K., G. ROSSETTI, D.J. HORNE. 2003. How ancient are ancient asexuals? Proceedings of the Royal Society of London. Series B, Biological . Sciences 270:723-729.
TAVERNINI S., E. FRATTA, F. SARTORE, G. ROSSETTI. 2003. Distribution and ecology of calanoid species in relation to morphometric and chemical characteristics of lakes and ponds of the Northern Apennines, Italy. J. Limn. 62(1):28-34.

Tesi di laurea completate negli ultimi anni

Ardiani Emanuela (Scienze Biologiche, A.A.1999-2000): Variazioni stagionali delle caratteristiche idrochimiche di un lago della golena del Po inrelazione alla gestione della fauna ittica.
Badalotti Morena (Scienze Ambientali, A.A. 1999-2000): Monitoraggio della funzionalità di impianti di depurazione di piccole comunità e progettazione di ecosistemi filtro per il finissaggio dei reflui.
De Paolis Marco (Scienze Biologiche, A.A. 2000-01): Variazioni della biomassa zooplanctonica nel Lago Scuro Parmense (maggio-novembre 1993).
Dordoni Laurent (Scienze Ambientali, A.A. 1998-99): Valutazione della qualità ambientale del torrente Lonza (RE) in relazione al flusso turistico. Proposte di mitigazione degli impatti.
Fratta Elena (Scienze Biologiche, A.A. 1999-2000): Biologia ed ecologia di Eudiaptomus intermedius (Copepoda, Calanoida) in ambienti limnici dell’Appennino Settentrionale.
Gallani Paola (Scienze Ambientali, A.A. 2000-01): Valore ambientale ed economico delle aree di cava ripristinate: scenari di gestione.
Generali Riccardo (Scienze Biologiche, A.A. 2000-01): Lo zooplancton di laghi e pozze d’alta quota della Val Cedra (Appennino Settentrionale)
Gerevini Davide (Scienze Ambientali, A.A. 2000-01): Progettazione e sfruttamento eco-compatibile delle aree golenali: funzioni ecologiche e valore dell’ambiente.
Giglio Gaspare Antonio (Scienze Ambientali, A.A. 1998-99): Individuazione della scala minima e di criteri per la valutazione della sensibilità e della vulnerabilità di ambienti acquatici marginali.
Lagalla Cristina (Scienze Biologiche, A.A. 1996-97): Ricerche idrobiologiche in un lago di montagna: successione stagionale della comunità planctonica
Leonardelli Paolo (Scienze Naturali, A.A. 2000-01): Ricerche preliminari sullo zooplancton dei laghi del Parco Adamello-Brenta
Longi Michele (Scienze Biologiche, A.A. 2000-01): Evoluzione recente delle caratteristiche chimiche e dello stato trofico delle acque in un lago di cava della golena del Po.
Mencarelli Giacomo (Scienze Ambientali, A.A. 1998-99): Valutazione della qualità dei laghi appenninici del gruppo montuoso Giovo-Rondinaio (Appennino modenese) finalizzata alla gestione del territorio.
Montanari Floriana (Scienze Ambientali, A:A. 1999-2000): Studio limnologico del Lago Calamone (Appennino reggiano)
Sandei Marianna (Scienze Ambientali, A.A. 1998-99): Problemi di conservazione, gestione e destino d’uso di corpi d’acqua minori dell’Appennino piacentino.
Tavernini Silvia (Scienze Biologiche, A.A. 1999-2000): Analisi di comunità zooplanctoniche di corpi d’acqua dell’Appennino settentrionale.
Tirelli Lia (Scienze Ambientali, A.A. 1998-99): Individuazione e analisi dei fattori critici nelle fasi di reintroduzione dello storione nei laghi di cava nella golena del Po
Tireni Francesca (Scienze Biologiche, A.A. 1998-99):Distribuzione e strategie riproduttive di Mixodiaptomus kupelwieseri (Copepoda: Calanoida) nell’Appennino Settentrionale.
Viglioli Simona (Scienze Biologiche, A.A. 1999-2000): Contributo allo studio limnologico di lungo termine del Lago Scuro Parmense.
Landi Sara (Scienze Naturali, A.A. 2001-2002): Ricerche limnologiche al Lago Santo Parmense: tendenze evolutive negli ultimi cinquant'anni.
Pieri Valentina (Scienze Biologiche, A.A. 2001-2002): Distribuzione ed ecologia di ostracodi d'acqua dolce raccolti in fontanili della pianura padana.
Rozzi Linda (Scienze Naturali, A.A. 2001-2002): Analisi della composizione di comunità zooplanctoniche in pozze e laghi d'alta quota dell'Appennino Settentrionale in relazione a caratteristiche morfometriche e idrochimiche degli ambienti limnici.

Formazione Ambientale
Il personale del Laboratorio è impegnato in attività di formazione ed educazione ambientale rivolte a studenti della scuola dell’obbligo e della scuola superiore su temi di ecologia acquatica. é anche coinvolto nell’organizzazione e nello svolgimento di corsi di specializzazione per insegnanti e nel Master per esperto di educazione ambientale promosso dal Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna. Intense sono le interazioni con il Cidiep (Centro di documentazione, informazione, educazione ambientale e ricerca sull’area padana) e la sezione C.I.R.E.A..

 
   
 
Università degli Studi di Parma 
  
Dipartimento di Scienze Ambientali