MICROBIOLOGIA  
 
Responsabile
Prof. Anna Maria Sanangelantoni
Tel. 0521.905404
e- mail: annamaria.sanangelantoni@unipr.it
Fax: 0521.905665

Collaboratori non strutturati:
Dott. Helen Louise Thompson
Dott. Elisa Trivelloni
Dott. Benedicte Lechanteur

Corsi di riferimento:
Batteriologia e Virologia molecolare, Corso di Laurea in Biotecnologie industriali (Prof.A. Sanangelantoni)
Microbiologia, Corso di Laurea in Scienze Ambientali (Prof. A. Sanangelantoni)
Microbiologia, Corso di Laurea in Biotecnologie (Prof. A. Sanangelantoni)
Microbiologia e Fisiologia microbica applicata, Corso di Laurea in Biotecnologie (Prof. A. Sanangelantoni)

 
 
ATTIVITA’ di RICERCA

Attualmente sono due le problematiche di cui il gruppo di ricerca si interessa: i cianobatteri e l’espressione di geni vegetali in batteri termofili.
I cianobatteri sono dotati di enormi capacità di adattamento e riescono a vivere in molti ambienti acquatici dalle diverse caratteristiche. Nel caso in cui le condizioni ambientali siano favorevoli essi possono anche divenire dominanti e dare luogo a fioriture superficiali.
Alcune specie cianobatteriche sono in grado di produrre una serie di composti molti dei quali tossici e in grado di rappresentare un rischio significativo per il biota acquatico. Queste tossine possono causare malattie e morte negli animali, ma rappresentano un problema sanitario anche per l’uomo attraverso la contaminazione delle acque potabili o delle acque destinate ad uso ricreativo.
Per questo motivo diventa sempre più importante monitorare, in queste acque, i cianobatteri e le tossine da essi prodotte. Dalle ricerche compiute si è potuto finora accertare che, in gran parte dell’Italia, non solo non vengono realizzate costantemente analisi mirate ad individuare la presenza dei cianobatteri nelle acque, ma in molti casi questo tipo di analisi non è mai stato effettuato. Ciò può implicare notevoli rischi sanitari, soprattutto quando le acque sono prelevate per la potabilizzazione, ed è per questo motivo che, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, si sta lavorando al progetto di costituzione di un “Osservatorio nazionale delle fioriture tossiche nelle acque superficiali italiane” che possa creare e mantenere una banca dati aggiornata sulla qualità delle acque e sull’insorgenza di fioriture. Sono stati finora raccolti i dati relativi a varie situazioni locali in Italia (Nord-Centro-Sud ed Isole) per iniziare a configurare quello che potrebbe diventare un compito istituzionale di monitoraggio continuo e coordinato a livello nazionale. Nel progetto si prevedono anche altri fondamentali compiti che l’Osservatorio dovrà svolgere come la raccolta dei dati epidemiologici relativi ai tumori epatici o ad altri problemi sanitari già associati alle cianotossine. Altro punto cruciale è costituito dalla definizione delle linee guida e delle tecniche dal monitoraggio impiegate per la rilevazione di cianobatteri tossici nelle acque.
La ricerca che si svolge presso il Dipartimento riguarda lo studio dei geni identificati come responsabili della produzione di epatotossine nei cianobatteri. Il cluster di geni mcy è stato finora parzialmente clonato dal cianobatterio unicellulare tossico Microcystis aeruginosa PCC7941 e geni omologhi sono stati identificati in Nostoc ceppo Cc2 e in Microcystis wesembergii. Altri cluster mcy clonati e sequenziati da vari ceppi di Microcystis sono disponibili nelle banche dati.
Lo scopo di questi studi è l’identificazione di sequenze caratteristiche dei geni che conferiscono la tossicità a questi microrganismi acquatici affinché possano essere usati come sonde per il monitoraggio delle acque.
Una seconda linea di ricerca riguarda le fitasi, enzimi di varia origine (vegetale, fungina, batterica), in grado di rendere biodisponibile il fosforo che le piante immobilizzano nei semi sotto forma di fitina. La loro aggiunta ai mangimi esercita un effetto positivo sulla nutrizione degli animali da allevamento monogastrici, nutriti con sole sementi, e può servire ad abbattere le elevate concentrazioni di fosforo nelle acque di scarico con buoni risultati nella lotta all’eutrofizzazione delle acque superficiali. Questi i contenuti scientifici della ricerca, che ha come obiettivo la produzione di varianti termostabili dell’enzima vegetale (di mais), che, pur essendo presente in notevoli quantità nel seme, è inattivato alle alte temperature necessarie alla preparazione dei mangimi. Lo sviluppo di fitasi termostabili sarà ottenuto mediante evoluzione “guidata” del gene codificante e sua espressione in un batterio termofilo (Thermus thermophilus). Questa parte del lavoro è in corso di svolgimento con la collaborazione del Prof. Josè Berenguer del Departamento de Biologia Molecular Centro de Biologia Molecular “Severo Ochoa” Universidad Autonoma de Madrid, CSIC (Consejo Superior de Investigaciones Centificas).
Contestualmente si sta attuando uno screening di microrganismi dotati di attività fitasica per isolare nuovi enzimi dalle caratteristiche più interessanti per l’industria dei mangimi.

 
   
 
Università degli Studi di Parma 
  
Dipartimento di Scienze Ambientali