FITORIMEDIAZIONE E GESTIONE DEI SITI CONTAMINATI  
 
Responsabile
Prof. Elena Maestri
Tel. 0521.905687
e- mail: elena.maestri@unipr.it
Fax: 0521.905665

Collaboratori non strutturati:
Dott. Marta Marmiroli
Dott. Davide Tonna
Dott. Giovanni Dimitri
Dott. Davide Menna

Corsi di riferimento:
Biotecnologie applicate, Corso di Laurea in Biotecnologie (Prof. E. Maestri)
Biomarcatori e Biomonitoraggio ambientale, Corso di Laurea in Scienze Ambientali (Prof. E. Maestri)
Biologia B, Corso di Laurea in Scienze Ambientali (Prof. E. Maestri)
Genetica Ecologica, Corso di Laurea in Scienze Ambientali (Prof. E. Maestri)

 
 
ATTIVITA’ di RICERCA

La ricerca svolta dall’unità operativa riguarda principalmente due filoni di ricerca: il ripristino ed il controllo della qualità ambientale mediante l’impiego di organismi vegetali e la messa a punto e sperimentazione di biosensori ambientali per la valutazione dell’accumulo e della dispersione di sostanze inquinanti nel suolo e nell’atmosfera.
Il ripristino di zone degradate o contaminate, quali discariche o cave abbandonate, sta assumendo sempre maggiore importanza sia a livello pratico, visto l’interesse che le Amministrazioni pubbliche dedicano a simili problemi, sia a livello teorico, per le problematiche ecologiche e valutative che esso pone. D’altra parte, la ben nota capacità di molte piante nel degradare o accumulare contaminanti organici ed inorganici rende particolarmente attraente lo sfruttamento di specie vegetali in progetti di recupero. Alcuni progetti, in diversi stadi di sviluppo, coinvolgono il gruppo proponente, nei territori delle province di Parma e Reggio Emilia. E’ quindi garantita una notevole quantità di collegamenti con aziende pubbliche e amministrazioni operanti sul territorio. I contenuti scientifici della ricerca sono di considerare queste aree come ambienti contaminati e quindi di procedere alla loro rinaturalizzazione non prescindendo dalla necessità di bonifica dei contaminanti e dalle pressioni selettive che essi esercitano sugli organismi vegetali, anche in relazione con fattori abiotici come temperatura e disponibilità di acqua e nutrienti. Particolare attenzione viene attualmente prestata anche alla definizione delle interazioni molecolari tra tessuti vegetali e contaminanti, al fine di tracciare questi ultimi dopo il loro ingresso nella pianta.
Gli aspetti metodologici riguardano l’analisi dei siti di interesse con metodiche interdisciplinari, la preparazione di piani di fattibilità che tengano conto di tutti i fattori economici, normativi, biotici e abiotici e l’eventale collaborazione con gli enti deputati all’attuazione di tali piani. Recentemente sono state instaurate collaborazioni con esperti di fisica e chimica per l’approfondimento delle relazioni pianta-contaminante. In particolare l’applicazione di tecniche spettroscopiche basate sull’emissione di raggi X consente di descrivere e quantificare con precisione la presenza di metalli pesanti in particolari tessuti della piante.
Un aspetto connesso di particolare interesse e innovazione riguarda la gestione di un sito Internet che raccoglie e dissemina informazioni sulla “terapia ambientale mediante piante” consentendo contatti ed interazioni con oltre 1000 ricercatori nel mondo. Il trasferimento è principalmente finalizzato alle interazioni con enti pubblici, amministrazioni e altre strutture coinvolte nei problemi di risanamento ambientale.

Il secondo filone di ricerca riguarda l’uso di sensori basati su organismi viventi o su molecole biologiche, come strumento complementare all’uso di sensori basati su processi chimici o fisici, Tale approccio sta acquistando una notevole rilevanza in quanto si ritiene che i biosensori possano rispondere ai requisiti di specificità e di integrabilità delle misure in modo appropriato. Infatti, gli organismi viventi accumulano sostanze inquinanti sino al di sotto della soglia di tossicità attraverso meccanismi che coinvolgono molecole e processi molto specifici e selettivi. Esistono già in Italia ed in Europa diversi progetti sulla evoluzione di sistemi di monitoraggio basati su biosensori.
L’applicabilità di queste ricerche in campo ambientale è dimostrata anche dall’interesse delle Pubbliche Amministrazioni e delle Industrie. A livello più strettamente scientifico ciò si evince dallo spazio che ormai tutti i convegni a tema ambientale dedicano all’argomento del biomonitoraggio.
I contenuti culturali della ricerca sono relativi al problema del controllo di alcune fonti di inquinamento, ed alle interazioni che si instaurano tra processi biologici fondamentali e sostanze inquinanti al fine di fornire delle conoscenze scientifiche di base da trasferire al problema del monitoraggio biologico degli inquinanti. Gli aspetti metodologici riguardano l’applicazione al monitoraggio di “sonde” biologiche dotate di alta reattività e specificità verso alcune sostanze inquinanti, come metalli pesanti e contaminanti organici, che sfruttano le relazioni che nella cellula si possono instaurare tra l’inquinante ed alcune macromolecole fondamentali, come DNA e proteine. Tale attività richiede un approccio multidisciplinare che prevede numerose interazioni, soprattutto per ciò che riguarda gli aspetti matematici, biofisici e cibernetici del biosensore e del suo sviluppo.
Nella fase applicativa, altri aspetti riguardano i processi ecologici da monitorare. Ciò richiede una fattiva collaborazione con esperti informatici per l’acquisizione e valutazione dei dati e con studiosi del suolo per ciò che concerne gli aspetti geopedologici e geomorfologici. Il trasferimento è principalmente finalizzato alla produzione di conoscenze e competenze. Si sono nel frattempo instaurate opportune relazioni con Enti Pubblici e/o con Industrie interessate all’esplorazione di eventuali prototipi di sistemi o processi.

 
   
 
Università degli Studi di Parma 
  
Dipartimento di Scienze Ambientali