Applicazione di modelli biogeochimici agli ambienti
costieri di transizione: il complesso lagunare di Capo Peloro e le altre
aree salmastre siciliane
A. Bergamasco°, M. Azzaro°, A. Saccà°°
°CNR-IAMC, Istituto Sperimentale Talassografico, Messina
°°Università di Messina
Il complesso lagunare di Capo Peloro è situato all'estremità
nord-orientale della Sicilia, ove l'alluvionale della costa occidentale
dello Stretto di Messina raggiunge la sua massima estensione. Qui il
moto ondoso e le correnti di marea hanno favorito la formazione di cordoni
litorali i quali, col tempo, hanno racchiuso un ampio tratto di mare.
I detriti trasportati dai torrenti sfocianti nella laguna così
formatasi hanno portato poi all'interrimento di parte di essa ed alla
sua divisione in più parti fino all'attuale conformazione comprendente
i due laghi salmastri di Faro e Ganzirri. A tutto ciò ha contribuito
il regime anemometrico del sito, caratterizzato da venti provenienti
da tutte le direzioni, ma con prevalenza di quelli dai settori settentrionali
e meridionali a causa dell'effetto di canalizzazione esercitato dallo
Stretto di Messina e dalle catene montuose siciliane e calabresi.
Il Lago di Ganzirri, con una superficie di 338400m2, è il più
esteso tra i due. Esso ha forma allungata nel senso SW-NE con un diametro
maggiore di 1.670m e una larghezza media di 203m. La sua profondità
massima è di 6.5m e il suo volume medio stimato è di circa
975000m3. Dal punto di vista batimetrico il Lago di Ganzirri è
virtualmente diviso in due bacini, il più settentrionale dei
quali, che non raggiunge la profondità di 2 m, è fortemente
caratterizzato dalla presenza di Chaetomorpha linum, ed è sede
ogni anno di imponenti fenomeni di eutrofizzazione, tanto da rendere
spesso necessaria la rimozione manuale dell'enorme massa macroalgale
in decomposizione. La salinità delle acque del Lago di Ganzirri
varia in media tra 29 e 34. Per la sua posizione, infatti, il Lago di
Ganzirri raccoglie buona parte delle acque freatiche superficiali e
di quelle provenienti dai corsi d'acqua a carattere torrentizio che
insistono sulla zona. A causa dell'elevato rapporto superficie/volume
le variazioni di salinità e di temperatura indotte dalle condizioni
meteoclimatiche sono cospicue. La temperatura varia tra valori medi
di 12°C in febbraio e 30°C in luglio.
I laghi di Ganzirri e di Faro sono due ecosistemi caratterizzati da
alti livelli di biodiversità e produttività primaria,
il che li rende adatti allo sfruttamento delle risorse biologiche ed
in particolare alla molluschicoltura, praticata da oltre un secolo in
entrambi i laghi. In base ai dati disponibili si stima una produzione
annua locale di molluschi (quali Mytilus galloprovincialis, Ostrea edulis,
Venerupis aurea e Cerastoderma edule), pari a circa 3000 quintali, con
un numero di addetti nel settore che non supera le 200 unità.
La posizione intermedia tra l'ambiente terrestre e quello marino e la
particolare esposizione del Capo Peloro fanno sì che questi ambienti
siano sottoposti a molteplici forzanti idrologiche e meteoclimatiche,
e che siano particolarmente soggetti agli effetti negativi dovuti all'impatto
antropico. Nei laghi, infatti, si versano le acque piovane dopo aver
dilavato le colline circostanti ed essere transitate per gli insediamenti
urbani che prendono il nome dai laghi stessi. Negli ultimi due decenni,
inoltre, una crescente espansione edilizia di tipo residenziale e turistico
ha interessato la zona collinare interna, senza essere accompagnata
dall'adeguamento della rete fognaria locale.
Il contributo dell'Istituto per lo studio dell'Ambiente Marino Costiero
(Sezione Istituto Sperimentale Talassografico di Messina) si articola
in due attività:
o applicazione dell'approccio modellistico sviluppato secondo le indicazioni
del LOICZ al complesso lagunare di Capo Peloro, in particolare al Lago
di Ganzirri, tramite reperimento, organizzazione ed utilizzo di dati
esistenti (apporti esterni, idrodinamica, nutrienti, assetto ecologico
ecc.) per la valutazione dei flussi e delle funzioni dell'ecosistema;
o promozione a livello regionale siciliano dell'iniziativa che ha portato
al Workshop LaguNet di Venezia e delle sue modalità di implementazione,
tramite l'organizzazione di uno o più seminari per riunire e
coordinare le attività di ricerca sugli ambienti costieri e salmastri
siciliani.